Categorie: Interviste

Quintavalle si racconta: lotte, lavoro e l’attesa dell’amore

Oggi incontriamo Micaela Quintavalle, la "Paladina" dei lavoratori autoferrotranvieri.

Può presentarsi ai lettori del Quotidiano del Lazio?

Mi chiamo Micaela Quintavalle e sono una conducente di autobus.
Non avevo mai pensato di diventare una referente sindacale.
Facevo il mio turno, studiavo all'Università per diventare un medico e vivevo una bella storia col mio ex compagno.
Nel 2013 l'azienda (Atac) con il consenso dei sindacati annientò per l'ennesima volta i nostri diritti calpestando bisogni ed esigenze dei lavoratori.
Presi la parola durante un'assemblea.
Mi inventai una protesta che ebbe una adesione massiva.
Gli AUTOFERROTRANVIERI videro in me una guida.
Oggi sono il segretario nazionale di una struttura.
Oggi ho perso il compagno e rallentato il mio iter universitario per amore della categoria.
Ho rifiutato soldi, proposte,candidature.
Ho il tentativo di licenziamento sulle spalle.
Non ho paura di niente.
E con tutto il mio gruppo andiamo avanti in un progetto in cui crediamo profondamente.
Solo gli AUTOFERROTRANVIERI produttivi possono difendere e tutelare questa categoria di onesti esseri umani.
Com'è nata l'Organizzazione sindacale "Cambia- Menti", come Le è venuta l'idea?
Avevo finito il mio turno di lavoro alle 2 del mattino.
Al capolinea un collega mi disse che non ci avrebbero pagato il premio di produzione.
Alcuni papà piangevano per non poter rispettare promesse fatte ai figli.
Andai a casa.
Volevo fare l'amore col mio compagno.
Lui dormiva e non ci fu modo di svegliarlo.
Mi inventai una protesta su Facebook.
Poi feci capire di non essere solo un leone da tastiera zittendo i nostri rappresentanti sindacali rei di averci venduti in confronti diretti.
L' idea di "Cambia Menti" non è venuta a me, ma ai lavoratori.
Durante un incontro al Teatro Don Orione mi dissero:
Ci fidiamo solo di te.
Fai un sindacato tuo.
Ed io piansi tutto il tempo.
Ma alla loro richiesta non mi sono tirata indietro.
In cosa si differenzia dalle altre sigle sindacali?
Il nostro sindacato è un'altra cosa.
É un'altra storia.
Per noi il sindacato deve essere al servizio dei lavoratori.
Sino ad oggi invece ogni sigla ha strumentalizzato i lavoratori per meri scopi personali.
Noi non abbiamo distacchi.
Non usufruiamo di privilegi.
Tutta l'attività sindacale viene svolta durante il nostro tempo libero.
Ti rendi conto delle problematiche di un conducente solo se come lui vieni aggredito alle tre di notte.
Solo se come lui non hai minuti per mangiare o strutture idonee all'espletamento di fisiologici bisogni.
Troppo facile gridare giustizia da una poltrona e a parametro duecentocinque.
Quali sono gli scioperi da voi proclamati che hanno riscosso più successo, che ricorda con più piacere?
Ogni protesta o manifestazione indetta da "Cambia Menti" ha avuto un successo insperato.
La protesta degli straordinari e ogni nostro sciopero fatto in solitudine sono stati in grado di paralizzare la città.
Questo perché pur avendo un numero circoscritto di iscritti dal momento che molti colleghi sono in attesa che noi veniamo riconosciuti, l'adesione alle nostre proteste rasenta la totalità degli AUTOFERROTRANVIERI che lavorano sui mezzi e producono chilometri.
Dall'insediamento della Giunta Raggi si avverte una volontà di cambiamento nel trasporto pubblico capitolino da parte della nuova amministrazione, ci sono dei segni che vanno in questa direzione?
Personalmente sono innamorata del Movimento e del mio Sindaco.
Percepiamo sulla pelle la pulizia e la trasparenza di questa giunta ma non posso negare che vi sia un po' di delusione.
Avremmo preferito vedere discontinuità marcata.
Teste rotolanti.
Difese e prese di posizione nei confronti dei conducenti.
Poi però parlando petto a petto e occhi negli occhi con assessore, sindaco e referenti che ci hanno sempre ricevuti, ci siamo resi conto della miriade di difficoltà che stanno attraversando per far cambiare le cose e abbiamo rinnovato loro la nostra fiducia offrendo la nostra totale collaborazione.
Di certo come segretario nazionale posso affermare che non faremo mai come la CGIL che per anni non ha mai fatto nemmeno una protesta perché al governo c'era l'amato PD.
L'ipse dixit aristotelico non ci interessa e per il bene del lavoratore e del cittadino muoveremo critiche costruttive anche nei confronti di coloro che appoggiamo.
Bus e metro pieni nelle ore di punta che costringono ad attese snervanti, posti in piedi a malapena si trovano, e nonostante ciò si continua a far salire le persone, contro le norme che non lo prevedono; la manutenzione ridotta ai minimi termini; la pulizia dei mezzi, i gruppi di zingari che rubano, i borseggiatori; l'evasione dei biglietti; i disagi dei disabili ad utilizzare il trasporto pubblico; la sicurezza degli autisti e dei controllori, come non andare con il pensiero a Luana Zaratti, la verificatrice aggredita nel 2011 da un utente senza titolo di viaggio, e finita su una sedia a rotelle?
Secondo Lei dove occorre agire e come per riportare l'Atac a un livello accettabile per una Capitale europea come Roma?
In questa domanda lei espone un quadro veritiero e desolante della situazione che quotidianamente vivono utenti e lavoratori.
Perché poi diciamocela tutta.
Cambiano i dirigenti…
Si sostituiscono i politici…
Ma sulla strada ci siamo sempre e solo noi. Lavoratori e cittadini.
Senza ripetermi, visto che da tre anni rilascio interviste su aggressioni, posso dire che agli AUTOFERROTRANVIERI è stato fatto di tutto.
Mancano solo stupro e omicidio per avere il repertorio completo.
Gli utenti dal canto loro non viaggiano in sicurezza.
Portelloni che si aprono o si staccano.
C è chi ha rischiato l'amputazione di un braccio e chi ha messo punti di sutura.
Tutto questo non è più accettabile.
La presenza del bigliettaio sarebbe fondamentale.

Anche per offrire supporto informativo agli utenti e una spalla al conducente in caso di aggressioni.

Ma soprattutto darebbe più dignità alla figura degli inidonei.
I controllori servono.
E in massa.
Da sempre proponiamo di far fare servizio di verifica a straordinario a tutti e 12.000 i dipendenti di Atac.
Non servirebbe nemmeno fare le multe per non incorrere in aggressioni fisiche.
Non hai il biglietto? Ti faccio scendere. O te lo vendo a bordo maggiorato.

E' un punto di riferimento di molti uomini autoferrotranvieri, è vista come la "Paladina" dei loro diritti lavorativi. Non avverte la sensazione di essere sola nel Suo ruolo?

No. Non mi sento sola nel mio ruolo.
Mi sono creata sul territorio nazionale un gruppo di cui mi fido.
Mi formano intellettualmente, mi supportano, mi rimproverano, mi consigliano.
Il nostro interesse è solo il bene della categoria.
I miei occhi e le mie labbra sono solo ciò che è manifesto nella verbalizzazione di ogni contesto che calpesta ogni nostro diritto.
Ma latente vi è un gruppo che permette tutto questo.
Micaela Quintavalle ha una passione particolare a cui dedica il Suo tempo libero?
Dedico il mio tempo libero alla laurea in medicina e chirurgia, alle coccole ai miei due gattoni Romolo e Schopenhauer e alle mie due cagnoline Ren e Luna.
Adoro passeggiare al mare e leggere letterature straniere.
Vorrei passare del tempo con un nuovo amore.
Ma gli uomini non mi vogliono.
Da me scappano.
Non mi chiedo più quale sia il motivo e col cuore pieno di speranza aspetto.
Fabio Vergovich

Giornalista e conoscitore d'arte, scrive di cronaca, attualità e delle iniziative culturali di Roma Capitale. Ha una passione sconfinata per l'uso della lingua italiana che è molto utile al giornale. Dal 2013 è editore di "RomaIT".

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