Siamo al quinto giorno di votazione per eleggere il Presidente della Repubblica. Il centrodestra e il centrosinistra continuano ancora a non trovare un accordo.
Nella giornata di venerdì 28 gennaio, si sono svolte due votazioni. La prima si è conclusa con 382 voti per la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Una mossa del centrodestra che non è stata vista di buon occhio da tutto il centrodestra. Tra questi c’è Clemente Mastella, sindaco di Benevento, stanco di questo gioco estenuante.
“È designata da un partito che non ha la maggioranza politica. Nonostante sia una persona qualificata, la sua elezione è impensabile perché non ci sono i numeri” afferma Mastella.
Attualmente “non ci sono le condizioni per un candidato eletto con il 100%”, conclude il veterano della politica nazionale.
Dunque, continuano i teatrini senza trovare una soluzione. A palazzo Montecitorio si respira aria di stanchezza e molti deputati sono sfiniti.
Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, dice che questa “è una sconfitta per il Parlamento”. Sono molte le ipotesi, tuttavia, ancora non si è arrivato a una candidatura che possa essere accolta e condivisa.
“Bisogna decidere tutti insieme. Prima della chiamata di questa sera i partiti dovranno trovare il modo di parlare e proporre un nome condiviso” sottolinea Toti, che anche lui con tono infastidito commenta i voti per la Casellati come “una spallata insensata”.
“È importante trovare un accordo e un candidato comune e condiviso. Non si può ricadere in una scelta faziosa”, conclude il presidente.
C’è ancora chi non esclude la possibilità di un Mattarella bis. Il presidente della Puglia Michele Emiliano, che vede nella figura dell’attuale presidente “l’unico modo per tenere insieme questo Governo”.
“Bisogna valutare questa ipotesi perché c’è la necessità di continuare il lavoro. Non è possibile che l’elezione del presidente della Repubblica causi uno scardinamento del Governo”, sottolinea Emiliano.
Attualmente l’unica certezza è che continuare a procrastinare una soluzione porterà a un “presidente più indebolito e un Governo più indebolito”, afferma Carlo Calenda, leader del partito Azione.
“L’accordo non c’è e non c’è una maggioranza chiara e decisa. Possiamo continuare ad andare avanti in modo accidentato e chi sa quando e come si eleggerà il presidente”, sottolinea Calenda.
“Bisogna chiamare un time out. Così stiamo screditando l’istituzione davanti ai cittadini”, conclude Calenda.
Dichiarazioni raccolte a Piazza Montecitorio mentre anche la sesta votazione si chiude nel nulla. In serata dopo un incontro tra Salvini e Conte è insistente la voce di una candidatura femminile condivisa: Elisabetta Belloni o Marta Cartabia.
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