Racket dei Rom: nella metro di Roma si paga pizzo per biglietto
Estorsioni, minacce, guardie giurate ferite con le penne negli occhi e aggressioni
I rom assediano le stazioni della metropolitana di Roma e impongono il "pizzo" sul biglietto. Estorsioni, minacce, guardie giurate ferite con le penne negli occhi e aggressioni.
Un centinaio di persone, sempre le stesse, concentrate soprattutto nell’area di Termini e al Colosseo, si spartiscono un giro d’affari da almeno 800mila euro l’anno senza curarsi di qualsiasi azione legale. Al contrario, sono loro che minacciano carabinieri e poliziotti di denunce per «maltrattamento», per intimorirli mentre cercano di fare solo il proprio dovere. Si fermano davanti alle biglietterie della metro o accanto ai binari pronti ad offrire il loro " servizio", che si può riassumere con queste parole: "Dammi gli spicci, che ti faccio il biglietto e ti aiuto con i bagagli". Ovviamente per questo pretendono un compenso, se non arriva, scattano le minacce.
I più soggetti all'estorsione sono turisti, specialmente stranieri con i bagagli, donne, anziani e impacciati a prima vista. E chi prova a fermarli ci rimette pure, come è accaduto due settimane fa al il coordinatore della security privata della stazione Termini, finito in ospedale con il setto nasale fratturato. Gli estortori, tutti rom, si sentono i padroni della metropolitana e non consentono a nessuno di immischiarsi nei loro affari, consapevoli che nonostante le 70 denunce giornaliere a loro carico, il giorno dopo potranno di nuovo stare sul posto a chiedere la "mancia" all'avventore.
"Sia noi che le forze dell’ordine proviamo a mandarli via, ma loro nel giro di cinque minuti ritornano" dice un operatore del Centro Assistenza Clienti di Termini, mentre gli agenti , che vengono derisi, con tono di sfida si rivolgono dicendo: "Stiamo solo aspettando il treno? Che volete?". Tutto questo perché la legge consente alle forze dell'ordine di poter intervenire solo con un "accompagnamento" in questura o caserma, una denuncia e nulla di più. Dopo poche ore le persone fermate sono tranquillamente di nuovo a delinquere in strada e di questa situazione legale "a loro vantaggio" si fanno sbruffoni.
C’è gente che dall' inizio del 2014 ha già collezionato oltre 300 denunce a piede libero, gente che ha il foglio di via e non dovrebbe stare a Roma», raccontano gli agenti in prima linea. «Invece stanno sempre qui». La maggior parte delle minacce avviene davanti alle macchinette che emettono biglietti della metro. Dovrebbero funzionare da self service, ma quasi sempre si piazzano davanti a queste macchine quattro-cinque donne per “aiutare” a stampare il biglietto per poi farsi dare un compenso. Per quelli dei treni ferroviari vengono chiesti fino a 20 euro di mancia.