Se l’Eredità, su Raiuno ha un merito, non è quello del gioco enigmistico che le riconosceva Umberto Eco, quando parlava della “ghigliottina” ma il fatto di far risaltare la profonda e incredibile ignoranza degli Italiani.
Credo che nessuno degli autori, che si disposero ad affinare i giochi, basati sulla lingua e sugli argomenti di cultura generale, si potessero immaginare il livello di vuoto mentale o di confusione in cui versano gli Italiani. Chiaro che non possiamo accusare l’intero popolo del Bel Paese ma solo la cospicua percentuale dei “quizzaroli” selezionati, forse ad arte, tra quanti ambiscano a partecipare alla trasmissione di Flavio Insinna. Tutti i conduttori, a partire da Amadeus, per passare dal grande e sfortunato Fabrizio Frizzi fino a Carlo Conti, che si sono alternati alla conduzione, hanno vissuto momenti imbarazzanti che hanno scatenato l’ilarità del pubblico più competente sui social network.
Facendo un rapido excursus nel perlario del programma, voglio partire dall’ultima gaffe, occorsa ad Alessia Luna pochi giorni fa, dovendo indovinare la parola “rotocalco” le ha dette tutte, compreso “rottocazzo”, meno quella ovvia, finendo per far scattare il gong ed essere giustamente eliminata dal gioco, scatenando commenti non proprio graziosi al suo indirizzo. Purtroppo non basta essere eliminati. Personalmente vorrei che il concorrente che sbaglia fosse costretto a un periodo di recupero scolastico, un mese di lezioni elementari obbligatorie, che toccano a chi abbia la presunzione di partecipare a una gara senza averne le capacità. Qualcosa cui dovrebbero sottostare anche quei politici che hanno l’ardire di fare il Ministro senza aver le competenze e le conoscenze essenziali sul funzionamento della macchina statale. Vedremo in seguito come le due “cose” sono più legate di quanto non possa apparire, ad una osservazione superficiale.
Il conduttore del momento pone la domanda:
Il 25 aprile si festeggia? La festa della Repubblica. No quella è il 2 giugno, il 25 aprile è la Festa della Liberazione dal Fascismo. Significativo che non lo si sappia.
In analisi grammaticale cos’è “velocemente”? Un aggettivo! No è un avverbio. La lingua non è un optional. Diceva Nanni Moretti che se parli mali pensi male. È vero, non avere padronanza della lingua espone il protagonista a concetti spesso equivoci o del tutto sbagliati.
Affrescò la Cappella Sistina? Macchiavelli! No lui scrisse “Il Principe”, non “il Piccolo Principe” ma un trattato sul comportamento dell’uomo politico del rinascimento. Quello che affrescò la Sistina è Michelangelo, ahimè!
Vero nome di San Paolo? …Sculo! Non scherzo! Terrore in regia, risa tra le fila del pubblico. Paolo di Tarso, nato con il nome di Saulo, divenne noto come San Paolo. Sarà un paese di cristiani ma non conoscono neanche la loro religione e i loro santi più rappresentativi.
Il classico bonsai si può definire anche pianta? Della crescita! Vabbè… passiamo oltre.
Come si chiama la ghirlanda di fiori sui monumenti funerari? Festone! Magari! Sarebbe meglio definirla “corona”.
Una delle più sconvolgenti: Il versante italiano del Monte Bianco si trova in val d’Aosta o in Sardegna? Ovviamente: Sardegna! Dichiarando così una visione della geografia nazionale che dimostra un vuoto ampio negli studi elementari!
Un altro nome di Formosa (l’isola di fronte alla Cina): Tettona! Invece di Taiwan! Qui gioca l’equivoco del termine a doppio senso, ma non giustifica il concorrente che evidentemente è più a suo agio con certe immagini cinematografiche che con la geografia.
Solo i dentisti sanno cuocere la pasta al dente. Vero/falso? Che avreste detto voi secondo logica? Vero? Appunto.
Completa la frase: Io sono il fu Mattia…? Bazar! Verrebbe voglia di spingere sul telecomando ma poi confesso che può essere addirittura più gustoso aspettare la scivolata che gioire per la vittoria del campione!
Il nome di Bonito Oliva l’esperto d’arte? Agil, Amil, Aril… No Achille!
Un momento di raro imbarazzo visse Carlo Conti quando la parola che univa le cinque proposte dal gioco era Bestia, perché tra le cinque c’era anche Gesù. Ora l’accostamento faceva pensare più a una bestemmia che all’incontro tra Gesù e un qualche animale selvatico, anche perché quello che incontrava gli animali era San Francesco.
Un giorno approdò all’Eredità Elvira, la campionessa della gaffe. Ne imbroccò una in fila all’altra. Domanda: i socialisti esortano gli Italiani al sabotaggio dell’industria bellica. Ci sono quattro anni a disposizione, la Elvira sceglie il 1981! Secondo lei lo stesso anno in cui esce il libro “Dio li fa e poi li accoppa” di Giobbe Covatta.
Quando nella sfida deve dire qual è la legge di scarsa importanza, avendo di fronte tutte le lettere giuste meno una, inizia a sproloquiare: Leggiga, Leggiba, Leggita…Leggina! Siiii, Leggina ! Leggina! Ma il peggio deve ancora venire.
La lingua ufficiale della Slovenia? Il finlandese! Il povero Frizzi sentenzia: ”Questa resterà negli annali dell’Eredità!” Ma non sa che Elvira può ancora fare di peggio.
Importante città della Florida? … Otranto! Qui meriterebbe uno stop. Fermi tutti. Dov’è che Elvira ha mancato? Non ha frequentato le scuole elementari? Soffre di un’amnesia dai suoi 6 anni d’età? È improvvisamente colpita da Alzheimer? Niente di tutto questo: è solo una ignorante cronica. Infatti si ripete subito. Fiore bianco e profumato? Girasole! Tutti sanno che il girasole è bianco e profumato come un giglio! In quel momento ti viene da pensare che Elvira è in età adulta e con diritto di voto alle elezioni. Tremi all’idea di cosa le si possa accendere nella mente nel momento della decisione, sola, nella cabina elettorale. Quale libro ha per protagonista “il Libanese”? Geronimo Stilton è la risposta. Ora Stilton è il protagonista di una serie per ragazzi ambientata nella fantastica città di Topazia. Voi capite bene che associarlo al personaggio di Pietro Proietti, protagonista del “Romanzo Criminale” di Giancarlo de Cataldo e ispirato alla Banda della Magliana, manda in sollucchero il popolo di twitter, perlomeno quello acculturato. Vedete come si fondono letteratura per bambini e genere poliziesco? Questa è la contaminazione pericolosa della tv, dove il pubblico meno preparato non distingue il vero dall’immaginario. Penso immediatamente che, potendo, molti alle elezioni avrebbero votato “Cetto Laqualunque” se solo ne avessero trovato il simbolo accanto ai Cinque Stelle o alla Lega o al PD.
Il concorrente dell’Eredità credo si sottoponga a selezioni al contrario. Meno ne sai più funzioni. Tanto che gli autori sanno certamente che fa più audience l’errore che il campione. Mike Bongiorno avrebbe avuto difficoltà ad apparire più scemo dei concorrenti. Nei suoi quiz c’erano fini intellettuali e nevrotici della conoscenza e sbagliare dizione e mostrare ignoranza fu un escamotage geniale per apparire uguale o inferiore allo spettatore, annichilito da tanto sapere nozionistico. Oggi è tutto l’opposto. Carlo Conti, che non viene da Harvard, appare una sorta di Einstein a confronto dei concorrenti. Le stesse professoresse/vallette sembrano intelligentissime, non vere, se non fosse perché s’inceppano, a tratti, nella lettura.
Ma il florilegio non finisce qui. L’erba del vicino è…? Sempre più buona! Introduce alle risposte che mi interessano di più. Quelle storiche. Ora anche se non hai mai studiato a dovere la letteratura moderna, non conosci per limiti culturali l’italiano e la geografia non era il tuo forte, però hai vissuto, vivi in questo mondo, vai al cinema, vedi la tv, leggi i giornali, magari distrattamente, ma avrai visto qualche titolo, o no? Se dico Hitler, Stalin, Mussolini sai di che parlo? Avrai assistito a qualche talkshow in cui Alessandra Mussolini litigava con Aldo Busi o dove Sgarbi dava della capra a un malcapitato ospite meno titolato di lui? Ebbene sentite la risposta alla domanda: Quando Hitler diventò cancelliere della Germania? Hai quattro anni tra cui scegliere: 1933, 1948, 1964 e 1979 ! Primo concorrente: 1948, secondo: 1979 (!), terzo 1964… Noooooooooooooo No no no e no! Su tre concorrenti NON UNO, NON UNO dice 1933. Lo dice per forza il primo, cui torna la domanda, quando non resta che la data giusta. Lo spettatore che assiste a questo scempio di ben tre concorrenti che sbagliano una data che, per rigore di logica, se non per conoscenza, sarebbe quella giusta e uno spettacolo che ti strappa più indignazione che risate. Le risate si volgono in paura, orrore, disperazione. Ti domandi: In che paese vivo? Chi sono i miei concittadini? Che sanno della nostra storia? Del nostro passato? Come valutano e giudicano i fatti di oggi? E ti spieghi i risultati elettorali…
Andiamo avanti, cioè indietro: Quando Mussolini ha ricevuto a Palazzo Venezia Ezra Pound? Le date sono quelle di prima. I concorrenti sempre i tre geni. La risposta che arriva non può che essere 1964… Mussolini a Palazzo Venezia nel ’64! Quando Gigliola Cinquetti cantava “Non ho l’età” e Bobby Solo “Una lacrima sul viso”. La considerazione che mi viene da fare è che è vero, io non ho l’età per reggere a certe chine pericolose della cultura della popolazione del mio paese. Una delle potenze industriali del mondo e non uno stato del terzo mondo in via di sviluppo. Con una scolarizzazione ai livelli più infimi e per questo non una ma molte, sono le lacrime sul viso che dovrebbero scendere.
Risolleviamoci con l’ignoranza crassa che apparentemente non fa male. Il mare di Perugia è stato premiato con la bandiera blu. Vero o falso? Che vi pare? Vero no? E così quale popolo viveva nel sud del Messico nel ‘500? I Cimbri no? Questa deve essere la cultura leghista che annebbia le menti dei più fragili. Degli Aztechi neanche l’ombra. Forse non risulta fossero un popolo con dignità culturali al livello di Cimbri e Celti… Così come ci sono regioni che non risultano nel panorama della Padania. Qual è il primo capoluogo di provincia del Piemonte? Voi pensate Torino perché così risulterebbe dai libri di geografia no? Ma chi i libri li brucerebbe o li ritiene inutili, soldi buttati, con cui non si mangia, ha un’altra opinione e dice: Aosta. Peccato che esista la Val d’Aosta come regione autonoma dell’Italia repubblicana. Meno male che vige un regolamento in Rai con le risposte giuste già indicate. Altrimenti mi aspetterei che il concorrente facesse valere il diritto di avere una opinione sua, valida come quella degli esperti della Rai, quasi sicuramente raccomandati e non eletti dal popolo! In questi anni di opinioni diverse sui vaccini o sullo spread, sulle leggi e sui pareri della BCE mi posso aspettare di tutto, anche che Aosta sia in Piemonte!
Del resto voi sapete come si chiama colui che paga un affitto? Loca..Loca? Locacario! Locasario? Locavario? Per arrivare a Locatario ci sono voluti tutti e 60 i secondi e la cacciata dal programma.
Sbagliare è consentito nel lassismo nazionale, nell’indifferenza della maggioranza silenziosa, ma guai se tocchi la festa della provincia italiana. Li finalmente si sollevano gli scudi! È famosa quella di Arezzo… La Quintana! Bravo, bravissimo sostiene Flavio Insinna che cade anche lui, come gli autori, nell’errore autoproclamato. Chissà se fu una vendetta di un collaboratore allontanato, se fu l’ignoranza che a forza di serpeggiare abbia ormai invaso le menti e i testi degli autori dell’Eredità, fatto è che nessuno si accorge dello svarione. La Quintana è di Foligno ad Arezzo c’è la Giostra del Saracino. Lo sanno anche le pietre, che però non stanno nella redazione dell’Eredità. Ci vuole la sollevazione popolare e la richiesta di “rettifica” del primo cittadino di Arezzo affinché il 29 settembre, giorno dei natali di Berlusconi, che qualche responsabilità ce l’ha in questa débâcle della cultura degli Italiani, per assistere alle scuse di Flavio Insinna che, ammette, “si è vero, ad Arezzo non c’è la Quintana! Mea culpa, mea culpa!”
Ora qui abbiamo preso in giro i concorrenti del quiz, anche se scherzando scherzando… come sapete… si dice il vero. Ma sono anni che assistiamo allo scempio culturale nelle istituzioni, nel Parlamento, nei Ministeri. Una ricerca pubblicata nel 2017 da Alessandro Camilli, sull’Espresso, dimostra che il nostro è il Parlamento più ignorante nella storia della Repubblica con un numero di laureati che è sceso dal 90% nel 1948 al 60% odierno, con onorevoli come Davide Tripiedi (5Stelle) che inizia così il suo primo discorso da deputato: “Sarò breve e circonciso…”. O come il “congiunto di Mattarella” del Presidente Conte, che non ricorda esattamente il nome di Piersanti Mattarella, assassinato dalla mafia. Quante gaffe abbiamo dovuto ascoltare?
Iniziarono “le Iene”, anni fa, a fare una indagine sulla preparazione culturale dei parlamentari, venendone fuori con dei servizi che gridavano vendetta, per tutto l’arco dei partiti di governo e non. Parlamentari che non sanno l’anno della Rivoluzione Francese (1789) che non conoscono l’anno della scoperta delle Americhe (1492), né quello della fondazione di Roma (753 a.C.) e nemmeno quello della Liberazione (25 aprile 1945), date fondamentali, sulle quali si fonda la nostra civiltà. Ricordo una serie di trasmissioni nelle quali i giovani universitari non conoscevano i fatti accaduti durante il ventennio della dittatura fascista, non sapevano i fatti legati alla II Guerra Mondiale. Ed oggi quando sento che c’è chi sostiene una serie di “bufale” sul fascismo, come quella che ci avrebbe dato le pensioni, significa che qualcosa non ha funzionato nella scuola. Come si può verificare dal sito dell’Inps, la previdenza sociale nasce in Italia nel 1898, con la creazione della Cassa Nazionale di Previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai.
Un’assicurazione volontaria integrata da un contributo dello Stato e uno degli imprenditori. La Cassa diventa obbligatoria nel 1919 e interessa 12 milioni di lavoratori. Poi il regime fascista promuoverà varie misure previdenziali ma la pensione sociale viene istituita nel 1969, 24 anni dopo la morte di Mussolini. Il pareggio di bilancio, la tredicesima, le ricostruzioni rapide dei paesi terremotati sono tutte notizie falsificate o dovute a una non conoscenza dei fatti storici che ammorbano la verità sul passato dell’Italia. Bugie e false promesse hanno attraversato l’intera storia repubblicana ma con Berlusconi e poi Renzi hanno raggiunto la sfrontatezza goebbelsiana di chi mente sapendo di mentire e poi lo nega. In questo contesto sono cresciute intere generazioni, educate in una scuola i cui libri di testo sono privi delle pagine finali, su quello che accadde dopo la Prima Guerra Mondiale e una certa rilassatezza dell’istruzione ha consentito a migliaia di studenti di prendere un diploma senza avere la preparazione necessaria per saper scrivere, per saper far di conto, per avere un metodo di studio da utilizzare, per incrementare le proprie conoscenze basiche, molto insufficienti.
Vi posso assicurare che in decine di anni di redazioni radio televisive la mia lamentazione maggiore era nel constatare il livello basso in cui versavano i neo laureati, che pretendevano di scrivere dei testi per le trasmissioni. Correggere, riscrivere, stracciare e rifare da capo il copione è stato il mio lavoro per anni. Non parlo dei conduttori, dove pure albergano conoscenze e capacità a corrente alternata. Se oggi il tunnel del Brennero, che non c’è, viene citato da autorevoli personalità istituzionali, come il ponte sullo stretto, come il tunnel del CERN dalla Svizzera al Gran Sasso e non solo gli autori e ampie rappresentanze di redattori, ma anche giornalisti, pubblicitari, politici, attori mostrano evidenti sacche di ignoranza, le prospettive del Paese non sono affatto lusinghiere. Assistiamo tutti i giorni a incongruenze, dichiarazioni azzardate, inadeguate, falsità, stupidaggini per dirla in una parola, proferite dai Ministri e giù giù fino a…. i concorrenti dell’Eredità! C’è poco da ridere!
* Carlo Raspollini, autore e regista televisivo con la passione per il cibo buono, in Rai ha ideato trasmissioni di grande successo quali Linea Verde, Linea Verde Orizzonti, La prova del Cuoco, Uno Mattina, Uno Mattina Verde, Ciao, come stai?, Storie Vere e Vitabella.
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