Ranucci, Report: “A Roma non c’è più posto per i morti. Bare accatastate”
Si sono accumulate 1.500 bare, alcune con i cadaveri in putrefazione: Report racconta che non si distinguono più i casi di Covid dai negativi
Sigfrido Ranucci, vicedirettore Rai 3, autore e conduttore di Report, anticipa al nostro giornale la prossima inchiesta sui cimiteri capitolini:
“Roma Capitale da anni sa di avere il problema dei forni crematori. Sono stati stanziati fondi apposta, ma non si è mossa una paglia. La cremazione nei cimiteri capitolini è una grana da affrontare e risolvere al più presto.
Il cimitero Laurentino, terzo camposanto comunale per grandezza, non è più in grado di accogliere nuove salme, non c’è più posto. Gli altri cimiteri sono già saturi. Le sepolture vengono eseguite con molta difficoltà. Ogni giorno vengono effettuate 90 cremazioni. Si sono accumulate 1.500 bare di legno, da mesi ferme, alcune con i cadaveri all’interno in putrefazione. Non si distinguono più i casi di Covid positivi dai negativi. L’aumento delle bare non è dovuto alle morti per Covid, ma ai ritardi delle cremazioni”.
“L’Ama gestisce i servizi cimiteriali (cremazione, tumulazione ed altro) negli 11 cimiteri della capitale. L’azienda prende 700 euro per ogni cremazione, e circa 400 euro per le operazioni di cremazione effettuate all’esterno, per esempio a Grosseto o nel circondario di altre regioni.
Le regioni però hanno difficoltà ad eseguire le cremazioni da salme provenienti da Roma, perché la burocrazia lenta dell’Ufficio comunale di Roma rischia di bloccare a sua volta i forni crematori, e quindi le rifiutano. Questo in sintesi è come si manifesta il problema dell’accumulo delle bare nei cimiteri capitolini”.
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