Rebibbia, la tragedia, mamma Alice: “I miei angeli sono in paradiso”
“Era stata più volte segnalata per alcuni comportamenti, sintomatici di una preoccupante intolleranza nei confronti dei due piccoli”
"Ora i miei angeli sono in paradiso". Sarebbero state queste le parole di Alice S., come riferisce all'Adnkronos l'avvocato Andrea Palmiero, legale della detenuta 33enne di origine tedesca che ha lanciato i due figli per le scale del carcere di Rebibbia. La bimba di pochi mesi, è morta sul colpo, mente il fratellino, ricoverato all'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, è stata accertata la morte celebrale e si sta valutando "la donazione degli organi".
La donna era in carcere da poco meno di un mese per spaccio di stupefacenti e in prigione non aveva dato segni di squilibrio mentale. "Credo che lei abbia vissuto la sua carcerazione come una doppia punizione" dice il legale. "Proprio ieri l'altro ero al Tribunale di Roma per discutere la scarcerazione. Probabilmente sarebbe uscita presto dal carcere".
Secondo l'Ansa, un documento firmato dal capo del Dipartimento amministrazione penitenziara, Francesco Basentini, che ANSA ha potuto visionare, attesterebbe che la madre omicida "era stata più volte segnalata per alcuni comportamenti, sintomatici di una preoccupante intolleranza nei confronti dei due piccoli" e il personale in servizio presso il carcere aveva segnalato "la necessità di accertamenti anche di tipo psichiatrico".
Intanto è stato rintracciato il padre delle due vittime Faith e Divine, di nazionalità nigeriana, detenuto anche lui in un carcere tedesco. Lo si cercava per avere l’assenso dell’espianto degli organi da Divine, il piccolo di 18 mesi. I magistrati della Procura di Roma hanno inoltrato al gip Antonella Minunni la richiesta di convalida dell'arresto della donna madre delle vittime, e solo nei prossimi giorni ci sarà il primo interrogatorio di convalida della detenuta e mamma killer.
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