La epidemia da COVID 19 migliora continuamente in Italia e probabilmente ne usciremo definitivamente prima dell’ estate, anche grazie alla massiccia campagna di vaccinazione. Tuttavia, numerose voci scientifiche ci dicono che essa può trasformarsi in una forma infettiva ENDEMICA cioè con recidive e riacutizzazioni stagionali.
Questo ci spinge a considerazioni che non possono esimersi dal valutare sia pure in maniera ancora incompleta e parziale quello che è stato il modello di risposta italiano e direi anche europeo ai problemi di questa grave pandemia che ha fatto oltre 2 milioni di vittime nel mondo (di cui quasi 140.000 solo in Italia, più delle vittime complessive della II° Guerra Mondiale).
Non vogliamo entrare nel merito della diatriba di chi considera in questo senso il “federalismo sanitario” come risposta parzialmente o totalmente inadeguata ad un evento così grave come una pandemia respiratoria di questa portata. Da sempre sono a favore di un sano “centralismo sanitario” anche per motivi di spesa pubblica oltre che organizzativi.
Vogliamo subito stressare il fatto che, a nostro avviso, in Italia è mancato soprattutto un luogo fisico dove da subito organizzare la risposta veloce ed incisiva all’ esplosione del Covid 19. Una centralizzazione fisica delle attività e delle decisioni (tecniche e politiche) con una vera e proprio “unità di crisi permanente” sulla scorta del modello introdotto anni fa alla Farnesina, ci avrebbe sicuramente avvantaggiato ed avrebbe evitato la frammentazione delle voci e delle competenze scientifiche in materia e la grande confusione mediatica.
Pertanto siamo qui a proporre un nuovo e più funzionale utilizzo del Complesso Ospedaliero Forlanini, di ben 44 ettari e 640.000 mq edificati, proprio come novello Centro Virologico Pandemico Europeo, sia con unità di studio e ricerca anche sierologico e vaccinale (laboratori) che come forte struttura clinico-assistenziale. Con padiglioni per la degenza intensiva e subintensiva, ma anche con uffici amministrativi, aule, teatro e mediacenter per i rapporti con esterno.
Questo Centro Forlanini, individuato con apposita Legge ordinaria dello Stato, ristrutturato e informatizzato adeguatamente e finanziato appositamente ogni anno in Legge Finanziaria, vedrebbe quindi il necessario coordinamento di tutte le attività indispensabili per la Lotta alle pandemie respiratorie e che oggi sono state frazionate in varie componenti e poco coordinate dal MEF, Presidenza del Consiglio e Ministero della Salute (peraltro pesantemente indebolito da scandali ed inchieste della magistratura).
Il Comitato Tecnico Scientifico e il Piano Pandemico sarebbero scattati di ufficio (opportunamente aggiornati ed adeguati) se ci fosse stata una struttura simile già attiva e debitamente finanziata, così come avremmo già avuto sul territorio italiano la capacità produttiva almeno per i primi mesi per fornire agli operatori socio-sanitari e pubblici di tutti gli strumenti indispensabili alla lotta alla diffusione del virus (mascherine, camici, DPI, liquidi sanificanti) con le relative istruzioni per la popolazione.
Inoltre, questo Centro potrebbe rappresentare la struttura portante per sviluppare costantemente la ricerca clinica e di base – anche nei periodi liberi da epidemie e pandemia – nel settore della Igiene ed Epidemiologia delle malattie respiratorie. Pensiamo allo sviluppo rapido di vaccini mediante collaborazioni dirette e continue con le maggiori Big Pharma mondiali oppure alla centralizzazione del “contact tracing” dei contagiati non più e non solo demandato ai soli medici dei Dipti di Prevenzione Asl, oppure ad una informatizzazione permanente e sensibile dei contagi nella vita quotidiana sul modello coreano (che infatti ha permesso una delle più basse mortalità per Covid 19 del mondo).
Il virus Covid 19 è arrivato inaspettato e mancavano in Italia e direi anche su tutto il continente Europeo, piani operativi concreti e dettagliati, sia statali che regionali per rispondere a questa minaccia drammatica. Non dimentichiamoci che nelle Regioni del Nord e soprattutto nel Lombardo-Veneto-Emilia sta attualmente circa il 65 % della nostra capacità produttiva e manufatturiera globale. Il Covid e le pandemie respiratorie sono e saranno sempre di più un pericolo e un problema economico e sociale e anche un forte fattore recessivo delle potenze industriali occidentali.
Il Centro Forlanini, finalmente così ricondotto agli splendori della sua origine nella lotta alla tubercolosi polmonare dei primi anni del 900, sarebbe in grado di svolgere attrattività verso tutto il settore scientifico altamente produttivo e tecnologico e soprattutto della Università italiana con i suoi meravigliosi Politecnici e Policlinici, ma anche dei vari IRCCSS del Ministero della Salute sparpagliati ormai e frammentati in ogni dove.
Il Centro Forlanini sarebbe così una struttura che farebbe da punto di contatto con il sistema delle Prefetture (ordine pubblico e sicurezza sociale), con il sistema della Protezione Civile e l’apparato del Consiglio dei Ministri (Sottosegretario alla Presidenza), con il sistema del Ministero della Salute (Istituto Superiore di Sanità ISS, Agenass, AIFA), con i tecnici e la struttura finanziaria del MEF e della Ragioneria Generale dello Stato.
Inoltre, il Centro Forlanini rappresenterebbe la sede elettiva da cui comunicare nei modi più disparati al resto del Paese mediante i media, la carta stampata ed i social. In modo meno confuso e casereccio e meno approssimato di come talvolta è stato fatto in questi 14 mesi. La comunicazione mediatica in una pandemia è un fattore decisivo di coesione nazionale così come lo era durante i conflitti bellici mondiali.
Il Centro Forlanini diventerebbe così la parte più importante per l’ intero Piano Pandemico Nazionale del Ministero della Salute. Il luogo da cui comandare mediante i vari Commissari Governativi tutta la macchina di potere necessaria a sterilizzare l’ infezione virale. Quanto questo sia importante lo dimostrano gli oltre 100 mld di euro spesi – e a volte spesi male – durante il frenetico e caotico periodo del 2020 che ha caratterizzato i mesi iniziali della pandemia Covid 19 in Italia: miliardi di euro spesi a debito ricordiamocelo tutti.
La stessa Protezione Civile senza un vero Centro di coordinamento nazionale come il Centro Forlanini diventa meno efficace. Il coordinamento per accumulare e distribuire su tutto il territorio nazionale le mascherine e le loro evoluzioni tecniche, i camici, i liquidi disinfettanti e sanificanti.
Inoltre, durante i periodi non caratterizzati da pandemie ed epidemie respiratorie, il Centro Forlanini diventa fondamentale per la ricerca nel settore clinico e preclinico della sierologia, della virologia, della Igiene ed Epidemiologia, della medicina preventiva. Così da farci trovare pronti laddove la OMS e le nostre rappresentanze estere dovessero dichiarare lo stato di allerta per un virus.
Quindi, forti della esperienza giornaliera che viviamo per il Covid 19, possiamo in conclusione dire che una situazione eccezionale come quella che abbiamo vissuto avrebbe necessitato di avere già pronta una struttura scientifica tecnica operativa e una sede operativa ben diversa e sganciata dalla catena di comando classica che noi oggi abbiamo a disposizione (Presidenza del Consiglio, Protezione Civile, Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute).
Un grande centro virologico e batteriologico di livello europeo (per esempio come quello francese di Marsiglia o come quello americano di Bethesda) dove i nostri migliori ricercatori e professori e dottori specializzati nei vari campi della emergenza virologica potessero dare ogni giorno e periodicamente il meglio di loro, confrontandosi con esperti nei settori sociali, economici, comunicativi mediatici ecc.
Un vero e proprio think tank stabile, fortemente connesso con i decisori politici e fortemente connesso ad un finanziamento stabile pubblico e privato, ma agile e sganciato dalle polemiche ed invidie (legate sostanzialmente ai risvolti mediatici ed ai conseguimenti di fondi di ricerca pubblici e privati) che troppo spesso hanno attanagliato i nostri tecnici e scienziati durante questa emergenza Covid 19.
Il Centro Forlanini forte dei suoi quasi 640.000 mq coperti, della sua ubicazione centrale, dei suoi oltre 40 ettari di terreno, di proprietà della Regione Lazio, ha sempre avuto storicamente una vocazione pneumologica sin dalla sua costruzione negli anni 30 del secolo scorso ed è fisicamente prossimo all’ altro grande Istituto Infettivologico dello Spallanzani, Fondazione IRCCS di diritto pubblico.
La Regione Lazio ha sempre desiderato liberarsi di questo enorme complesso immobiliare sanitario di cui non sa più evidentemente cosa farsene e di ricavarci anche un certo gruzzoletto. Giusto. Potrebbe essere una grande occasione per lo Stato per riappropriarsene una volta del tutto, per rinverdire i fasti di questa meravigliosa struttura ospedaliera e soprattutto per metterlo a regime della collettività ed evitarne la svendita.
Noi proponiamo quindi che il Forlanini venga acquisito al patrimonio dello Stato con Legge Ordinaria, venga adeguatamente indennizzata per questa vendita la Regione Lazio e i suoi Cittadini, venga costituito sempre per Legge Ordinaria uno strumento giuridico che ne permetta tecnicamente ed economicamente con adeguata dotazione finanziaria annuale stabile il suo rimodellamento e ristrutturazione e soprattutto ne valorizzi le sue caratteristiche di ricerca e di assistenza ai pazienti vittime di pandemia virale. Pronto ad espandersi assistenzialmente nei suoi enormi spazi se comparisse una nuova pandemia virale.
Avremmo così una struttura sempre pronta a curare e a trattare i pazienti affetti da misure pandemiche virali con una classe dirigente preparata, coesa e potremmo stabilire rapporti proficui di ricerca e collaborazione con le industrie del farmaco e dei presidi, con i servizi epidemiologici delle ASL (vero occhio sul territorio), con l’ Istituto Superiore di Sanità, con il Ministero della Economia e Finanze per gli aspetti economici.
Un interlocutore stabile e certo per il Governo, prioritario ed attivabile ad hoc con lo Stato di Emergenza come se fosse stazione appaltante e centrale rischio e data base delle notizie e dei risultati scientifici. Dotato di una forte componente epidemiologica e di una vasta competenza comunicativa e mediatica, di un forte sistema informatico per la gestione dei dati di malattia in collaborazione con Istat.
Europeo, perché noi vorremmo che la stessa Europa ne favorisse la circolazione di scienziati, medici, tecnici e classe dirigente magari inserendolo in un apposito Trattato e finanziandolo ad hoc annualmente. In fondo l’Italia è stata con il Covid 19 un apripista per la futura gestione scientifica, medica, economica della grande crisi pandemica e sarebbe giusto che volasse alto e si prendesse come sede questa meravigliosa ed importante struttura ospedaliera come il Forlanini.
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