Referendum Atac. Tar riprende la Raggi, i Radicali: ancora una volta ci dà ragione
“Raggi ha truccato il Referendum per la messa a gara del servizio di trasporto pubblico” (Radicali)
“Forti di una sentenza del TAR del 2019, da tempo diciamo che Virginia Raggi ha truccato il più grande esercizio di democrazia partecipata mai tenutosi in Italia a livello locale: il Referendum per la messa a gara del servizio di trasporto pubblico a Roma.
Se non lo avesse fatto, dando al voto il risalto che le regole imponevano, avrebbero votato ancora più cittadini dei 400mila che in larghissima maggioranza hanno detto basta alla gestione clientelare di ATAC per chiedere trasparenza e pubblicità nella gestione del servizio di trasporto pubblico.
Oggi il TAR ha accertato che la Sindaca è inadempiente anche rispetto all’obbligo di adempiere a quella sentenza”. Cosi’ in una nota Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani, e Leone Barilli e Francesco Mingiardi, rispettivamente segretario e presidente di Radicali Roma.
“Il TAR oggi ha concesso un termine di 10 giorni per provvedere alla proclamazione della vittoria del “SI” mediante pubblicazione sull’albo pretorio e sul portale istituzionale del Comune, con conseguente convocazione dell’assemblea capitolina per la discussione dei risultati.
La discussione darà l’opportunità all’Assemblea di assumere una decisione politica che tenga conto della volontà dei cittadini, anche alla luce delle segnalazioni dei Commissari giudiziali in merito all’inadempimento del concordato da parte di ATAC.
Nell’adottare il provvedimento, il TAR usa parole che valgono più di qualsiasi commento di parte quando definisce i referendum consultivi ‘fondamentale strumento di democrazia partecipativa‘ in relazione al quale l’inerzia dell’amministrazione comunale assume ‘un particolare disvalore, acuito dalla prossima scadenza del mandato elettorale dell’attuale consiglio comunale’.
Se ora la Sindaca non provvederà, lo farà al suo posto il Prefetto. Oggi abbiamo l’ennesima prova di quanto i rappresentanti del Movimento 5 Stelle tengano poco ai valori che li hanno fatti crescere”. (Red/ Dire)