Si è insediata ufficialmente oggi la Consulta apistica regionale, presieduta dall’assessore all’Agricoltura della Regione Lazio, Giancarlo Righini. All’ordine del giorno l’approvazione del regolamento e un confronto sul bando dedicato agli apicoltori che verrà pubblicato entro la fine del mese.
“La riunione odierna è il coronamento di un percorso iniziato nella scorsa legislatura quando insieme al collega Novelli abbiamo gettato le basi per la nascita di questo nuovo organismo regionale. Il settore apistico – ha dichiarato l’assessore Righini – è una realtà estremamente importante del territorio regionale. Basti pensare che ci sono oltre 50mila alveari distribuiti in più di 6.500 apiari e detenuti da quasi 5.000 apicoltori e che nello scorso anno sono stati prodotti 430 tonnellate di miele”.
“Stiamo parlando, quindi – ha concluso Righini – di numeri importanti che sono la testimonianza di un comparto del mondo agricolo decisamente vitale e che è nostra intenzione sostenere e accompagnare verso un’ulteriore fase di sviluppo mettendo a disposizione degli imprenditori gli strumenti necessari per superare le eventuali criticità riguardanti i cambiamenti climatici, l’aumento dei costi delle materie prime e dei mangimi per le api”.
Tra le funzioni assegnate, avrà il compito di formulare proposte, esprimere pareri e promuovere iniziative finalizzate allo sviluppo del settore apistico e alla tutela delle api. La Consulta Apistica ha una durata di cinque anni e la partecipazione dei membri avviene a titolo gratuito.
È presieduta dall’Assessore Regionale competente in materia di Agricoltura e composta dal Direttore della Direzione Regionale competente, da rappresentanti di Arsial (Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio), del mondo accademico, delle associazioni di produttori e delle organizzazioni sindacali di categoria.
Le api domestiche e selvatiche sono responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta e garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo.
Senza il lavoro delle api le coltivazioni agrarie non avrebbero modo di perpetuarsi e la nostra stessa sopravvivenza sarebbe in pericolo, visto che buona parte del cibo che consumiamo dipende, direttamente o indirettamente, dall’opera di impollinazione.
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