“Il Lazio è la Regione d’Italia con il più alto livello di esposizione di lavoratori rispetto all’impatto dell’Intelligenza Artificiale proprio in virtù delle maggiori competenze medio alte presenti sul nostro territorio. Perché, contrariamente all’immaginario collettivo, è più facile che l’IA, attraverso un algoritmo, sostituisca, ad esempio, competenze volte alla creazione di calcoli complessi piuttosto che un fattorino di consegne a domicilio”.
Così la consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia, membro della IX Commissione Lavoro alla Pisana e depositaria della proposta di legge regionale sull’IA, a margine del Convegno “Intelligenza Artificiale: nuove sfide e opportunità”, svoltosi a Roma, a Palazzo Valentini, con il patrocinio di Città Metropolitana di Roma.
“Cercare di arginare l’Intelligenza artificiale con un atteggiamento auto conservativo sarebbe antistorico e poco strategico. Navighiamo in un mare aperto in cui dobbiamo essere noi, decisori politici in primis, a tracciare la rotta per governare il timone di questa rivoluzione e sfruttarne il potenziale avendo come orizzonte un Umanesimo del Terzo Millennio – spiega Mattia – Siamo consapevoli della difficoltà di normare qualcosa di cui non conosciamo ancora a fondo i meccanismi.
Quello che è certo è che il lavoro, il suo senso, sta cambiando, in un contesto in cui rischia di aumentare il divario tra chi avrà la possibilità di essere coinvolto dentro questa trasformazione e chi ne sarà marginalizzato. È compito della politica costruire le condizioni affinché il processo di innovazione sia diffuso e partecipativo.
Per questo il primo passo è stato depositare nei mesi scorsi una proposta di legge in Consiglio regionale, che sarà arricchita con gli input odierni e futuri, affinché i nuovi lavori non siano esclusi dall’ambito delle tutele, in ragione di categorie se non desuete, almeno da ripensare. La politica deve indirizzare l’impianto del diritto del lavoro per non sacrificare i diritti sull’altare della tecnologia”.
“L’obiettivo della proposta di legge è tutelare i posti di lavoro con il sostegno alla formazione di chi opera in quei settori più esposti all’obsolescenza delle competenze derivante dall’IA. Due le linee d’intervento: acquisizione di nuove competenze, per rendere più resilienti mansioni specifiche del settore, o, laddove non fosse possibile, ricollocamento.
Tra le altre azioni previste, un ‘Piano triennale di conciliazione tra risorse umane e Intelligenza Artificiale’, che individui i settori produttivi maggiormente interessati, classificandoli in alto, medio e basso rischio; stimi il numero di lavoratori coinvolti e analizzi le nuove figure professionali legate all’IA. Insomma una prima mappatura per intervenire in maniera mirata. L’auspicio è che sia calendarizzata e discussa al più presto in Consiglio regionale”, conclude Mattia.
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