Riceviamo e pubblichiamo:
La Giunta della Regione Lazio ha approvato all’unanimità una memoria contraria al CETA, l’accordo commerciale concluso tra l'Unione Europea e il Canada per creare una zona di libero scambio tra le due aree, invitando il Parlamento a non votare a favore della ratifica e a impedirne l’entrata in vigore in via provvisoria. Il CETA ha tra i suoi obiettivi fondamentali la progressiva liberalizzazione degli scambi; un’attività di riduzione o soppressione reciproca dei dazi doganali sulle merci originarie dell’altra Parte; l’astensione dall’adozione o dal mantenimento in vigore di divieti o restrizioni all’importazione merci dell’altra Parte o all’esportazione di merci destinate al territorio dell’altra Parte.
Dispone, inoltre, la creazione di una corte arbitrale, chiamata ICS (Investment Court System), incaricata di giudicare le eventuali controversie. L’ICS sarà composto da 15 membri, nominati da uno dei comitati creati dal CETA stesso, il Comitato misto, che stabilisce un regime speciale di responsabilità dello Stato e dell’Unione davanti a un tribunale speciale a esclusivo beneficio degli investitori canadesi. L’accordo rischia di colpire profondamente il modello agricolo locale, i diritti dei lavoratori, il sistema sanitario e le norme a protezione dei consumatori e dell’ambiente. E gli arbitrati potrebbero invadere, se non addirittura schiacciare, il potere legislativo dei parlamenti locali.
L’agroalimentare ‘made in Italy’ e, con esso, le produzioni del Lazio rappresentano una voce importante che contribuisce alla coesione sociale, attraverso lo sviluppo di occasioni e il miglioramento delle condizioni di lavoro. La Regione Lazio, in collaborazione con Arsial, ha tra i propri compiti la promozione dei prodotti agricoli e agroalimentari; la valorizzazione delle produzioni tipiche, tradizionali e di qualità; lo sviluppo del territorio e del settore agroalimentare; la tutela della biodiversità, catalogando, preservando e divulgando il patrimonio genetico del Lazio.
Nel Lazio, il rischio è che i prodotti agroalimentari tutelati da un marchio DOP oppure IGP potranno essere emulati, riprodotti da chiunque, per essere esportati in Canada e liberamente venduti a prezzi più competitivi con gravissimi danni per chi li produce attenendosi ai rigidi disciplinari imposti dai consorzi di tutela.
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