Dal risanamento dei conti della sanità al rinnovo quasi completo della flotta degli autobus Cotral e dei treni regionali. Dai nuovi ospedali alla crescita della raccolta differenziata fino al lascito, per il governatore che verrà, di 17,6 miliardi di investimenti tra fondi del Pnrr e risorse europee. Dieci anni di amministrazione regionale targata Zingaretti riassunti in un’ora, oggi al tempio di Adriano.
E’ tra le vecchie colonne romane dedicate al grande imperatore filosofo, nel cuore della Capitale, che sono andati in scena i titoli di coda del lungo ‘regno’ di Nicola Zingaretti come presidente della Regione Lazio. Due mandati, iniziati il 12 marzo 2013, subito dopo la vittoria su Francesco Storace, durante i quali sono passati quattro sindaci e sette presidenti del Consiglio.
Nessuna lacrima, però, sul palco. Anzi, alla fine della sua relazione sul Rapporto di fine mandato Zingaretti sembrava quasi liberato: ha sorriso, un saluto con la mano verso i presenti e tanti lunghi abbracci. “E’ stata una bella storia durata dieci anni” aveva commentato il governatore poco prima, entrando nel palazzo. Poi, dal palco, ecco il riassuntone finale, il suo bilancio di fine mandato.
“Il primo giorno di lavoro nella Regione- ha detto- la prima cosa che mi venne detta era che la Regione da dieci anni era in una situazione di insolvenza finanziaria. ‘Se non avremo accesso al credito’, mi dissero, ‘rischiamo di non pagare nemmeno gli stipendi’. Dieci anni dopo la Regione è molto diversa e a chi verrà lasciamo circa 18 miliardi di investimenti. Oggi la Regione Lazio è più forte, competitiva e solidale”.
“Nel lungo percorso compiuto- ha ricordato Zingaretti- voglio ricordare la costruzione di un modello di sanità più vicina ai cittadini. Non ci dimentichiamo che siamo partiti con un commissariamento. Oggi possiamo dire di aver fatto ripartire le assunzioni a tempo indeterminato, di aver creato una rete di servizi di prossimità e sbloccato dopo anni l’edilizia sanitaria con risorse superiori al miliardo” con cui sono stati avviati i cantieri – e in alcuni casi completati – per il nuovo ospedale di Latina, quello dei Castelli ad Ariccia, il nuovo ospedale Tiburtino tra Roma est e Tivoli Terme, l’ampliamento di Belcolle a Viterbo, la nuova ala del Sant’Andrea, il nuovo ospedale dell’alta Tuscia ad Acquapendente e il nuovo ospedale del Golfo. Anche se manca all’appello la ristrutturazione dell’Umberto I di Roma.
Zingaretti ha poi ricordato i temi del lavoro. “Era la piega più seria della nostra comunità, ma in questi dieci anni il Lazio è stata la prima regione italiana per crescita occupazionale: tra il 2012-2020 abbiamo segnato un +5,6%. Abbiamo poi lanciato 1800 startup e reso attive le politiche del lavoro, investendo oltre 500 milioni nel settore”. Sul fronte dei trasporti il presidente ha ricordato “il rinnovo quasi del 100% dei bus Cotral e dei treni regionali per i pendolari. Una nuova rete ciclabile e dei cammini tra cui il sogno realizzato della ciclomare”. Resta, invece, incompiuto il rinnovo della Roma-Lido, i cui cantieri si sono aperti con estrema lentezza e ritardo da pochi mesi. “Poi- ha aggiunto- abbiamo lanciato una rivoluzione digitale. Prima tutto era cartaceo. Abbiamo investito fino a 40 milioni sui data center e sul nostro sistema amministrativo. Siamo arrivati far prenotare su un cellulare i servizi della sanità”.
E ancora: Zingaretti ha ricordato “il welfare innovativo con i piani per l’infanzia e l’adolescenza”, “la creazione di un nuovo modello di sviluppo. Il Lazio aveva come principale problema quello di pagare chi vinceva un bando e sostenere le aziende in tempi normali. Prima la media di attesa per un pagamento era di 1027 giorni”. E poi “l’attenzione per il diritto allo studio con un numero record di borse studio e il progetto ‘Torno subito‘ che ha coinvolto oltre 10mila ragazzi”.
“La cultura– ha aggiunto- è stato poi un pilastro del nostro modello di sviluppo. Abbiamo aperto nuovi poli come WeGil, il Castello di Santa Severa, Memo, Moby Dick. La Regione punta a diventare leader in Europa per l’industria audiovisiva”. Infine ecco il riassunto delle cose fatte sul tema della legalità, “con il raddoppio dei fondi antiusura e gli oltre 100 beni confiscati alle mafie” e quelle in tema di rifiuti con “la chiusura del termovalorizzatore di Colleferro, la bonifica della valle del Sacco, il +40% di raccolta differenziata dal 2013″.
Missione compiuta? Zingaretti ne è convinto, ma certo per lui pesa il rischio che il prossimo governatore stravolga la sua esperienza amministrativa in caso di vittoria del centrodestra. Come lasciano presagire le divisioni tra Pd, M5s e Terzo Polo che si stanno materializzando in questi giorni. (Agenzia Dire)
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