Una lettera minatoria per il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e per il presidente del Consiglio regionale, Daniele Leodori, è stata recapitata questa mattina al Consiglio.
La lettera è anonima e fa riferimento al Piano paesistico (Ptpr) in discussione. “Non fare la verginella non incanti nessuno, tu e Zingaretti siete i simboli del regime mascherato. Se continuate su questa linea, se non fermate il Ptpr vi fermeremo noi. Stai attento, è il primo e ultimo avvertimento. TI FACCIAMO MALE”.
Zingaretti ha ricevuto la solidarietà del consigliere regionale di Forza Italia, Adriano Palozzi: “Esprimo la mia vicinanza al presidente del Consiglio regionale Leodori e al presidente Zingaretti, vittime del gesto di qualche anonimo vigliacco che ha inviato una lettera contenente insulti e minacce. La missiva purtroppo si inserisce in un clima pessimo, nato in aula intorno alla proposta di legge regionale, che apporta modifiche alla legge sulla ‘pianificazione paesistica e tutela dei beni e delle aree sottoposte a vincolo paesistico’. Le minacce giunte a Zingaretti e Leodori devono far riflettere i colleghi consiglieri sulla necessità di abbassare i toni per dare noi per primi esempio di sereno e costruttivo confronto all’interno delle Istituzioni e nella società in cui viviamo”.
Di tenore diverso il commento del Movimento Cinque Stelle: “Stigmatizziamo come sempre – scirvono i pentastellati in un comunicato – le minacce e la violenza ma leggendo il testo della missiva recapitata a Leodori e Zingaretti sembra che l’abbiano scritta i costruttori, quel “se non fermate il PTPR” è o un refuso o una chiara indicazione da parte dei palazzinari. Aspettiamo il risultato dell’indagine che le forze dell’ordine stanno portando avanti in queste ore ma c’è una strana puntualità nel Lazio: quando la giunta è in difficoltà sulla questione Fegatelli appare come per magia una microspia grande come una pizza nell’ufficio del dirigente non rimosso da Zingaretti, oggi che è evidente a tutti che sulla mancata PTPR c’è stata poca chiarezza e poca coerenza da parte della maggioranza appare, deus ex machina, la lettera minatoria”.
Come prevedibile, i rilievi del M5S non sono piaciuti al Pd. Il deputato Marco Miccoli ha affermato a tal proposito:”Dispiace che le parole di condanne di M5S della Regione Lazio alla lettera di manacce ricevuta oggi da Zingaretti e Leodori non siano chiare e dirette, ma che invece nascondano ambiguità e doppi sensi. Sul piano paesistico M5S ha usato, impropriamente, parole durissime ed ha anche occupato l’aula della Pisana, scimmiottando l’occupazione alla Camera dei deputati grillini. Ma le paure di cementificazione sbandierate dai grillini erano false, smentite anche dalle associazioni ambientaliste”.
“Ad un movimento – aggiunge Miccoli – che rappresentava una fetta importante degli elettori, consigliamo maggiore prudenza nell’uso di toni, una più attenta selezione degli argomenti su cui fare opposizione e soprattutto una condanna più netta e secca dei gesti di violenza come quello della lettera di oggi”.
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