Prosegue tra il malcontento degli studenti e la soddisfazione delle forze politiche la vicenda del bonus maturità: pochi giorni fa, la VII Commissione della Camera dei Deputati ha reintrodotto nuovamente il punteggio extra, introdotto dall'ex ministro profumo e abolito dall'attuale ministro Carrozza.
L’emendamento approvato in Commissione (si attende l'approvazione definitiva o la modifica da parte dell'Aula) è stato proposto da Giancarlo Galan: in questo modo si permette agli studenti non ammessi, senza considerare il bonus, di iscriversi in sovrannumero. Solo per quest’anno.
Il provvedimento è applicabile a coloro i quali, aggiungendo al risultato ottenuto al termine del test, che si è svolto lo scorso settembre, il punteggio bonus (da 1 a 10), sono riusciti a collocarsi in graduatoria entro il numero massimo di posti disponibili fissato da decreto ministeriale: si parla di 2mila ammessi in sovrannumero, secondo “il punteggio complessivo ottenuto e l’ordine di preferenza delle sedi indicate”.
Questi stessi studenti saranno ammessi in sovrannumero anche al secondo anno, con il riconoscimento dei crediti acquisiti nel corso dell’anno accademico 2013-2014.
Le novità, comunque, non lederanno i diritti delle matricole già ammesse al corso di studio.
Il Parlamento, dunque, ripristina il pacchetto bonus per mettere fine alle polemiche scoppiate in seguito al cambio delle regole in corso d’opera, creando un precedente mai visto prima. Ma, a ben vedere, anche la reintroduzione ex post del bonus crea un precedente sul precedente.
Per questo l’Unione degli universitari parla chiaro: che si reintroduca o meno il bonus maturità, tutta la faccenda che ha coinvolto le future matricole delle Facoltà mediche, finirà dritta sulle scrivanie del Tar, proponendo un ricorso collettivo.
Altri studenti, addirittura, propongono l’eliminazione del numero chiuso. Una proposta che fa discutere molto.
Senso di soddisfazione, invece, giunge dalle forze politiche che nei mesi scorsi avevano combattuto al fianco degli studenti.
A partire da Giancarlo Galan, presidente della Commissione Cultura e promotore dell’emendamento che sancisce l’iscrizione in sovrannumero.
Tuttavia, Galan ha deciso di dimettersi da relatore del Decreto scuola, poiché è impensabile che “le uniche coperture ai decreti – ha dichiarato – vengano rinvenute con nuove tasse”.
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