Cronaca

Report Covid-19. Aumentano casi, incidenza e occupazione terapie intensive

Ormai da qualche mese i casi Covid-19 sono in aumento. Il mese di Dicembre fa rivivere i numeri di Aprile.

Questo è ciò che si potrebbe interpretare dal report, regione per regione, del bollettino della Protezione Civile e del Ministero della Salute.

Infatti, nonostante le nuove restrizioni vigenti dal 6 dicembre, sono ancora in aumento i casi di Coronavirus in Italia. Attualmente è stata superata la soglia dei 20mila contagi. Un numero esorbitante che non si registrava dallo scorso 3 Aprile, in cui erano stati registrati 21 mila casi.

Per quanto riguarda invece le vittime, sono stati registrati 118 decessi, paragonabili ai 126 registrati a maggio. Altro dato preoccupante è l’incidenza, che sale in maniera vertiginosa. Infatti, sono stati registrati 176 casi per ogni 100 mila abitanti.

Tuttavia, nonostante la situazione, resta ancora stabile Rt nazionale con un valore di 1.18.

In vista delle vacanze natalizie preoccupa l’occupazione delle terapie intensive. Infatti, secondo il report “il tasso di occupazione in terapia intensiva è del 8.5%“, dato rilevato il 9 dicembre che paragonata al 7.3% del 2 novembre, desta un può di preoccupazione. Per quanto concerne, invece, le aree mediche a livello nazionale il tasso sale a 10.6% contro i 9.1% precedenti.

Commento Brusaferro sui dati: l’Italia è colta da “un trend in crescita”

Secondo Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità e portavoce della Commissione tecnica scientifica (Cts), sottolinea come per le settimane che si sono susseguite ci sia un “trend in crescita“. Una situazione già riscontrata, dopo le prime ondate, in alcuni Paesi europei. In Italia questa crescita è tardato ad arrivare, ma “l’aumento dell’indicenza e del Rt sopra 1” sono testimoni di questo trend.

“In particolare, la circolazione è più elevata nel Nordest del Paese, anche se l’aumento riguarda tutte le regioni” conclude Brusaferro.

Attualmente, come riporta il report “sono 20 le Regioni e province autonome che risultano classificate a rischio moderato. Tra queste, cinque sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto“. Soltanto il Molise è stato classificato a rischio basso.

Redazione

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