Che esista Parigi e Che qualcuno scelga di vivere in qualunque altra parte del mondo resterà sempre un mistero per me
Midnight in Paris
( Woody Allen, 2011)
Parigi non stanca mai, c’è sempre qualcosa da scoprire nella Ville Lumiere, qualche angolo che sorprende, che illumina e ammalia.
Per noi è la prima volta a Parigi in aprile e il sole splende, fatto singolare quanto piacevole per una città che ha fatto della pioggia uno dei suoi motivi di fascino e di atmosfera.
Scrive Roberto Giardina nel suo bel libro, Attraverso la Francia (Bompiani): ‘’What’s fun in Paris?, chiede Zelda a Scott. Fitzgerald le risponde con una lunga spiegazione fitta di colori e aggettivi; ma l’amico e rivale Ernest lo batte con la sua stringatezza: Parigi è una festa mobile, a moveable feast, come si intitola il suo libro uscito postumo, Festa Mobile’’. Orbene, Parigi per Hemingway, per Fitzgerald e per molti fra i turisti più appassionati, è una ‘’festa mobile’’ o, più semplicemente, è una festa, un divertimento. Così chi scrive, da turista, non ha mai conosciuto una città che ci facesse sentire a casa più della capitale francese eppure ci facesse invidiare certi nazionalismi che noi italiani non possediamo o possediamo volgarmente.
La nostre base è l’elegante Hotel Castille, un albergo cinque stelle al 37 di Rue Cambon, diretto con grande gusto e raffinatezza da Alessandra Bragoli, in una zona ricca di fascino e lusso. Qui tutto parla di bellezza: Louis Vuitton, gli abiti di Alexander McQueen nella sofisticata rue Saint Honoré al numero 372, eccentrici e al contempo raffinati, l’atelier di Jimmy Choo al 376, Roberto Cavalli al numero 261, la maison Chanel nella sede storica, proprio a fianco al nostro hotel, in rue Cambon 31, e siamo poco distanti dal primo monumento che ci apprestiamo a visitare.
L’Opera Garnier
La zona in cui è ubicato lo splendido edificio dell’Opera Garnier è centralissima: ricca di sale da thè, bellissimi alberghi, negozi e tra questi Galeries Lafayette e i magazzini Printemps, proprio in boulevard Haussmann. L’architettura dell’Opera è maestosa e tutti i dettagli ne fanno un edificio opulento e ricco di stili. Nei sotterranei del teatro dell’Opera risiederebbe, secondo la leggenda, il Fantasma dell’Opera, come narra l’omonimo romanzo di Gaston Leroux pubblicato nel 1910. L’edificio, progettato dall’architetto Charles Garnier che le ha dato il nome, è caratterizzato da uno stile eterogeneo, neobarocco con influssi rinascimentali e michelangioleschi, fu denominato “Secondo Impero” e da Garnier: stile “Napoleone III”.
Molteplici materiali furono utilizzati per la costruzione e la decorazione del palazzo: colonne, statue, fregi, stucchi, marmi colorati, mosaici, coperture in oro, velluti. Appena entrati si incontra un’area denominata Rotonde des Abonnés, si arriva al Grand Escalier con la sua meravigliosa volta alta trenta metri. Due rampe simmetriche formano il sontuoso Grand Escalier, il grande scalone con marmi dai colori tenui, dorature, mosaici e dipinti. La doppia scala conduce ai foyer e ai vari piani del teatro.
Arriviamo all’auditorium principale, nel quale il soffitto è stato dipinto da Marc Chagall, commissionato dal Ministro della Cultura André Malraux, nonché autorevole scrittore, ed è stato inaugurato il 23 settembre 1964. Il pubblico siede su poltrone di velluto e sotto un lampadario centrale che pesa più di sei tonnellate. Il grande palcoscenico può ospitare fino a 450 artisti.
Il Grand Foyer è straordinario per sfarzo, ricorda quasi la sala degli Specchi della Reggia di Versailles, tanto è bello e fastoso. Il gioco di luci tra specchi e finestre nel Grand Foyer esalta ulteriormente le vaste dimensioni di quest’ultimo. Il soffitto fu dipinto da Paul Baudry (1828-1886) e presenta temi tratti dalla storia della musica.
L’elemento principale è la lira: sia su capitelli, griglie di riscaldamento o maniglie delle porte. Una copia del busto di Charles Garnier, opera dello scultore Carpeaux (1827-1875), si trova nel centro del foyer, accanto a una finestra che guarda verso l’Opera Avenue verso il Louvre. Uno splendido panorama può essere goduto dalla grande loggia che si affaccia su place de l’Opera.
Dopo ben 15 anni di costruzione e fasi alterne tra stasi e operatività, l’inaugurazione dell’Opera Garnier avvenne il 5 gennaio 1875, durate la Terza Repubblica.
Oggi l’Opera Garnier ha un cartellone stagionale ricco e prestigioso e attrae coloro che gravitano sulla omonima place de l’Opera che la ospita, troneggiando maestosa con lo sguardo rivolto sino al Palais Royal e più avanti sino al Museo del Louvre. Infatti, se si percorre la strada frontale, avenue de l’Opera, vi si arriva in pochissimi minuti a piedi.
Ladurée Paris Royal, rue Royale, place de la Madeleine
Procediamo anche con il gusto. Ci attendono almeno tre luoghi deliziosi in cui prendere un dessert del pomeriggio: Le Café Pouchkine in place de la Madelaine, Angelina in rue de Rivoli 226 e Ladurée Paris Royale in rue Royale 16-18, adiacente a place de la Madeleine, optiamo per quest’ultima, vista la lunga fila e l’attesa per un tavolo nelle altre due pasticcerie. Ladurée Paris Royale al 16 rue Royale fu creata nel 1862, è decorata con lavorazioni in legno e affreschi originali successivamente restaurati. Dal 2011, la maison si è ingrandita con l’apertura di un negozio con i prodotti della boutique al numero 18 di rue Royale. Dovete sapere che a Parigi i cioccolatini e, più in generale, le pasticcerie di dessert e macarons artigianali opera di grandi chef pasticceri sono meta di veri e propri pellegrinaggi, file interminabili vi attendono per acquistare o degustare un dessert prelibato.
Dopo un quarto d’ora di attesa, abbiamo il nostro tavolo, ed è un tempo rapidissimo visto le premesse delle altre pasticcerie. Gli occhi sono immediatamente colpiti dalla bellezza dei colori e delle forme dei dessert esposti, si mangia anche con gli occhi, si sa. Tuttavia, una scelta occorre farla: millefoglie alla vaniglia con almeno tre strati di crema, ovvero un dessert che unisce dolcezza e generosità essendo una monoporzione molto abbondante. Una crema alla vaniglia del Madagascar mescolata con una sovrapposizione di sfogliatine. Poi gustiamo ancora una torta alla nocciola con base di biscotto, ‘’Plaisir sucré’’: nocciola croccante e golosa, praline e cioccolato al latte ricoperti di crema chantilly al cioccolato al latte.
L’atmosfera è sempre piacevole, conversazioni tra parigini e qualche turista riempiono la sala al piano terra e quella al piano superiore che domina place de la Madeleine, ci si immagina sempre di chissà che cosa discorrano i parigini: Sartre e lo sguardo per altri? Chissà!
La Madeleine è una chiesa che fa tornare subito alla mente lo scrittore Marcel Proust e le sue madeleines, ma il significato è tutt’altro, comunque l’autore de La Recherche in questa zona vi ha abitato, ma ha vissuto anche al Ritz e in zona Opera Garnier. La chiesa è dedicata a Maria Maddalena ed è situata nell’VIII arrondissement, la sua facciata principale sporge sulla piazza alla quale dà il nome. Lo stile è una sorta di rifacimento dei templi dell’antica Grecia, consacrata nel 1845, è monumento storico di Francia dal 1915.
Place Vendome e l’Hotel Ritz
Proseguiamo la passeggiata e torniamo per l’ennesima volta, non delude mai, a Place Vendome , una delle piazze più lussuose e belle del mondo. “Qui la Francia riceve, qui la Francia lavora, qui rimane la stessa, affermando la sua unità e la sua permanenza [in balia di] una lunga storia’’ così la definiva il poeta e drammaturgo Paul Claudel dai salotti del Ritz nel 1950. Qui ha sede, appunto, lo storico Hotel Ritz, hotel a cinque stelle, frequentato da Ernest Hemingway, Coco Chanel, che vi abitò dal 1931 sino alla morte, Francis Scott Fitzgerald, Marcel Proust e tante altre autorevoli personalità. Costruito coem residenza privata nella prima parte del XVIII, nel 1854 fu comprato dai fratelli Pereire, che ne fecero la sede del loro Crédit Mobilier. César Ritz lo trasformò in un hotel di lusso e lo inaugurò il 1º giugno 1898. Dopo quattro anni di ristrutturazione, l’hotel più iconico del mondo ha riaperto alla sua ricca clientela nell’estate del 2016, oltre alle suites, alla spa intitolata a Coco Chanel, è stato inaugurato un grande salone per i grandi eventi al livello interrato, e il Salon Proust, un elegante salone dedicato all’afternoon tea. Al cinema, in una delle più frizzanti commedie di Billy Wilder girata a Parigi, Love in the Afternoon, anno 1957, mal tradotta in Italia con il titolo Arianna, Audrey Hepburn corteggia Gary Cooper che risiede in una suite dell’hotel. La piazza voluta da Luigi XIV è dominata al centro dalla colonna di Austerlitz, tutt’attorno è costellata da gioiellerie di grande prestigio, un’antica origine, peraltro attualmente esiste un comitato di place Vendome costituito dai gioiellieri e orefici che hanno sede nella lussuosa piazza. Place Vendôme, rue de la Paix, rue de Castiglione, rue Saint-Honoré e la zona circostante, in rue de Rivoli, rue Cambon, Opéra, rue Saint-Roch: un quartiere il cui prestigio risale alla volontà del re Luigi XIV che desiderava renderlo uno degli emblemi dello splendore del suo regno.
Le facciate erette da Jules Hardouin-Mansart del 1699 sono uno dei teatri in cui è stata scritta la storia di Parigi e della Francia. Place Vendome è, con Place des Vosges, Place Dauphine e Place des Victoires, una delle piazze reali della città di Parigi. Durante la Belle Époque, le grandi famiglie si stabilirono a Place Vendôme.
Ma è con l’apertura dell’hotel Ritz che i gioiellieri lasciano il Palais-Royal, per trasferirsi in Place Vendôme. È anche, storicamente, il luogo privilegiato delle alte società finanziarie e di servizi come banche, studi legali e consulenti legali, società immobiliari. Il quartiere Vendome, come la sua piazza, è stato la casa del potere, del denaro e dell’artigianato, ma anche l’anima della creatività, del talento e simbolo di autentico lusso
Chiesa di Sant’Eustache e quartiere Les Halles
Passeggiando approdiamo sino a una delle chiese più grandi e maestose della città: la chiesa di Saint-Eustache, costruita per iniziativa del re Francesco I di Francia tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento. Situata nel primo arrondissement, nel quartiere Les Halles, accanto al grande centro commerciale Forum Les Halles, è in stile tipicamente gotico, anche se presenta decorazioni rinascimentali. Il quartiere Les Halles è vivace, pieno di negozi e mercati come il colorato e profumatissimo Marché Montorgueil su rue Montorgueil dove potrete trovare qualunque cosa desideriate, dal pesce al dessert, passando per l’acquisto di fiori e bere spremute d’arancia fatte sul momento.
Centre Pompidou
Continuando la nostra passeggiata ci si imbatte nel futuristico Centre Pompidou, centro nazionale di arte e cultura in rue Beaubourg 19, opera di Renzo Piano, Gianfranco Franchini e Richard Rogers, voluto dall’allora presidente francese Georges Pompidou che desiderava dare a Parigi un luogo dedicato alla cultura nella sua multidisciplinarietà. Il Centro Pompidou fu inaugurato il 31 gennaio 1977. Dalla sua apertura al pubblico, il 2 febbraio 1977, fu un enorme successo. Diventa rapidamente uno dei luoghi culturali più popolari al mondo e uno dei monumenti più visitati in Francia. Attualmente ospita la bellissima mostra Chagall, Lissitzky, Malévitch, l’ Avanguardia russa a Vitebsk ( 1918-1922) visitabile sino al 16 luglio. La piazza in cui ha sede è un ritrovo, specie in giornate di sole come queste, per tanti studenti e turisti.
Tour Saint Jacques
Tra un negozio e una pasticceria, lungo rue de Rivoli, svetta la splendida Tour Saint Jacques, la torre di San Giacomo, in stile gotico, sorprendente per essere perfettamente inserita nel contesto urbano del presente pur essendo un monumento del 1500. Edificio campanario alto 52 metri, il monumento ispirò allo scrittore Alexandre Dumas il dramma La Tour-Saint-Jacques-la-Boucherie, inoltre il matematico, filosofo e fisico Blaise Pascal vi condusse all’interno degli esperimenti sulla pressione dell’aria.
Hotel de Ville
Finalmente arriviamo all’Hotel De Ville che altri non è che il municipio di Parigi sulla omonima piazza. Il primo consiglio municipale di Parigi risale al 1246, ma l’edificio attuale fu ricostruito nel 1871 in stile neorinascimentale, con i suoi tetti grigi come tutta Parigi. Nella ampia piazza vi è anche una colorata giostra per bambini che rende il luogo ancora più fascinosamente retro La maestosità dell’edificio dà la misura di una città sempre attenta alla sua storia e al passato con un occhio allo stile e all’eleganza.
Quartiere Marais
Uno dei quartieri più vivaci di Parigi, ma meno ”turistico” del Quartiere Latino, è sicuramente il Marais. Il nome deriva dal terreno acquitrinoso su cui fu edificato dal XII secolo, infatti in francese la parola ‘’marais’’ significa ‘’palude’’. Una delle piazze più eleganti della capitale francese, nonché la più antica, si trova qui: Place des Vosges, vera bomboniera dal perimetro quadrato dove visse, si può visitare la casa museo, lo scrittore francese Victor Hugo. La piazza fu fatta costruire per volere di Enrico IV di Francia, la prima piazza reale di Parigi e volle che si costruissero edifici identici su tutti e quattro i lati. Place des Viosges fu inaugurata nel 1612. Gli edifici sono attualmente occupati da splendide gallerie d’arte, però noi segnaliamo un posto delizioso al numero 25 della piazza, sotto le arcate, dove mangiare meravigliose e ricche insalate fresche e soprattutto favolosi dessert, come macarons artigianali, Carette in cui sostare per un brunch o per un aperitivo. Il Marais non è solo deliziosi negozi di abbigliamento ricercato, anche vintage, botteghe d’artigianato, eleganti hotel, è soprattutto un quartiere ebraico. Le strade di origine medioevale, come la via del Tempio e anche la via del vecchio tempio, riportano a un pezzo di storia affascinante della città che si collega persino alla storia dei Templari. Sulla via del vecchio tempio si affacciano bellissimi palazzi come l’ Amelot de Bisseuil al n° 47. Indubbiamente, il Marais è uno dei quartieri più antichi e multietnici di Parigi e merita di essere vissuto per più di qualche giorno. Segnaliamo, oltre alla cucina ebraica presentissima nel quartiere, una brasserie su rue Rambuteau 7, che per qualità e prezzo è davvero interessante e offre una gustosa cucina tradizionale francese: L’Amuse Gueule.
Bar Hemingway, Hotel Ritz
Dell’Hotel Ritz abbiamo accennato. Un salto nel leggendario hotel è consigliatissimo per la bellezza, il lusso, la storia che si respira e specialmente per gli amanti della letteratura, ma non solo. All’interno dell’hotel c’è il Bar Hemingway, che dopo la ristrutturazione appare ancora più intimo e si conferma luogo magico della vita notturna parigina. Sul sito del Ritz si legge che Hemingway è un buon esempio: ‘’Fu qui che “liberò” nel 1944 il bar dai soldati tedeschi bevendo 51 Martini secchi di fila’’. Cole Porter trascorreva fino a 9 ore al giorno nell’Hemingway Bar e si dice che abbia composto “Begin the Beguine” qui. F. Scott Fitzgerald aveva il suo posto preferito; Ernest Hemingway e Gary Cooper ne fecero l’epicentro della loro vita a Parigi e si sedevano al bancone per ore. Le incredibili creazioni dell’ Head Barman Colin Peter Field sono un riferimento per gli amanti dei cocktail di tutto il mondo. Aperto dalle 6 del pomeriggio alle due del mattino, piccolo e accogliente, vi ritroverete a scegliere tra i migliori cocktail che abbiate mai degustato, con un menù in tema sempre dedicato al celebre scrittore, tra un Martini dry, si dice che qui sia uno dei migliori al mondo, un Serendipity e qualunque cosa vogliate bere. Alle donne sarà servito il cocktail assieme a un cadeau: una rosa. Le pareti sono tappezzate dalle copertine dei giornali di tutto il mondo che raffigurano Papa Hemingway, tra legno e velluti. Dietro il bancone c’è , qui dal 1994, Colin Field, autentico mito. Di origine inglese ma da 32 anni residente in Francia dove sono nati e cresciuti i suoi figli, Colin Field ha inventato il cocktail che stiamo bevendo, infatti nel 1994 al Bar Hemingway Field lo creò per il businessman francese Jean-Louis Constanza, che assaggiandolo esclamò “Serendipity”, il termine coniato dallo scrittore inglese Horace Walpole per descrivere l’intuizione generata da una scoperta non ricercata e non attesa. Simpatico e disponibile persino a farsi immortalare in una fotografia. Bisogna attendere un po’ dopo cena per trovare un tavolo, c’è una bella fila di persone che vogliono sorseggiare un cocktail qui, ma ne vale la pena per assaporare un po’ di letteratura e di storia. La notte inizia e finisce qui con un valore in più: quello di sentirsi a casa.
Canal Saint Martin
La Parigi che non conosciamo la incontriamo visitando il Canal Saint Martin, un luogo in cui non è solito andare il turista, benché invece sia molto frequentato da giovani e studenti soprattutto per la movida serale. Situato vicino a Place de la Republique, il Canal Saint-Martin è un canale lungo oltre 4 km, che collega il Bacino della Villette e il Canal de l’Ourcq, di cui ne tratteggia il prolungamento cittadino. Il canale attraversa i quartieri orientali di Parigi, il X e XI arrondissement, e fu fatto costruire da Napoleone a inizio 1800 e inaugurato nel 1825. Lungo il canale si può sostare su uno dei ponti o su una delle passerelle, ricordando una delle celebri scene tratte dal film francese ‘’Amelie’’ con Audrey Tatou.
Bouquinistes e banchine sulla sponda destra della Senna
Si prosegue sempre sulla rive droite con una lunga passeggiata lungo la Senna e qui si incontrano le leggendarie Bouquinistes: bancarelle di libri antichi e usati che fanno parte di Parigi dal XVI secolo e che ora sono patrimonio dell’UNESCO.
Scendiamo sotto la Senna, sulla banchina della sponda destra possiamo passeggiare quasi accarezzando la Senna. Con un piano di pedonalizzazione urbana della città degli ultimi anni, la sindaca Anne Hidalgo ha realizzato spazi nel centro della città chiusi al traffico, come appunto questo, così come con una lunga passeggiata anche sulla rive gauche che sulla banchina propone quelli che sono denominati i ‘’berges sur seine’’, destinati ai pedoni e alle piste ciclabili, esclusi al traffico automobilistico. In una metropoli in cui più del 40% dei ciclisti sono donne è un’ottima idea. Attraversiamo la banchina della sponda destra del fiume durante una delle prime giornate parigine al sole di quest’anno, molti giovani si rilassano leggendo un bel libro o mangiando qualcosa.
La Sainte-Chapelle
Una visita la merita sicuramente la Sainte Chapelle, chiesa gotica situata sull’Ile de la Cité. Vetrate abbacinanti e sontuose affascinano i turisti.
Costruita nel XIII secolo per volere del re Luigi IX, futuro San Luigi, la Sainte-Chapelle è un gioiello del gotico che seduce i visitatori di tutto il mondo.
La Sainte-Chapelle è suddivisa in due piani, si compone infatti di due parti sovrapposte. La sua scoperta inizia quindi dalla cappella bassa dedicata alla Madonna. Nella cappella alta rimarrete incantati dalle 15 vetrate colorate del XIII secolo con 1113 scene che illustrano la storia dell’umanità e se capitate in una giornata di sole allora le vetrate saranno ancora più scintillanti.
La libreria Shakespeare and Company
A questo punto ci spostiamo sulla rive gauche, la sponda sinistra della Senna. Come non menzionare, seppure sia diventata meta turistica, purtroppo, con tanto di ‘’bodyguard’’ durante i week end che fa entrare i clienti un poco alla volta, la stupenda libreria Shakespeare and Company in rue de la Boucherie 37, dalla sua inconfondibile facciata verde e la fontana al centro della piazzetta, e che da qualche anno ha annesso anche al numero civico a fianco la sua omonima caffetteria? Se siete fortunati potrete ascoltare scrittori come Dave Eggers e sua moglie Vendela Vida che presentano i loro libri o trovare un romanzo o un saggio che cercavate, anche nelle sale riservate alle prime edizioni. Shakespeare and Company è una libreria in lingua inglese nel cuore di Parigi, proprio di fronte a Notre-Dame, al secondo piano della libreria dalla finestra potrete ammirarla in tutta la sua gotica bellezza. Fin dalla sua apertura nel 1951, è stato un punto d’incontro per scrittori e lettori anglofoni, diventando un’istituzione letteraria della rive sinistra.
La libreria è stata fondata nel 1951 al 37 di rue de la Bucherie dall’americano George Whitman che amava definirla: ‘’Un’utopia socialista mascherata da libreria’’. Originariamente l’edificio era un monastero, La Maison du Mustier. A George piaceva fingere di essere l’unico monaco sopravvissuto, dicendo: ‘’Nel Medioevo, ogni monastero aveva una frère lampier, un monaco il cui compito era quello di accendere le lampade al calar della notte. È il ruolo modesto che interpreto’’. Appena aperta si chiamava Le Mistral. George cambiò il nome in quello attuale nell’aprile 1964, nel quattrocentesimo anniversario della nascita di William Shakespeare, in onore di una libraia che ammirava, Sylvia Beach (Baltimora (Maryland) 1887 – Parigi 1962), che aveva fondato l’originale Shakespeare and Company nel 1919 e che pubblicò la prima versione dell’Ulisse di James Joyce quando nessun altro voleva farlo. Il suo negozio in rue 12 de l’Odéon era un luogo di ritrovo per i grandi scrittori espatriati dell’epoca:Joyce, Hemingway, Stein, Fitzgerald, Eliot, Pound, così come per i principali scrittori francesi.
Attraverso la sua libreria, George Whitman cercò di portare avanti lo spirito del negozio della Beach e divenne rapidamente un centro per la vita letteraria degli espatriati a Parigi. Allen Ginsberg, William Burroughs, Anaïs Nin, Richard Wright, William Styron, Julio Cortázar, Henry Miller, William Saroyan, Lawrence Durrell, James Jones e James Baldwin furono tra i primi visitatori del negozio. George è morto nel 2011, ma la sua eredità è portata avanti da sua figlia Sylvia con grande spirito e risultati di successo, assieme al suo compagno, David Delannet, e al cane Colette.
La libreria, inoltre, ospita gratuitamente ‘’veri lettori’’ , poeti e scrittori che ne fanno richiesta. Sulla parete salendo la scala che va verso il piano superiore infatti si legge il motto di George Whitman: “Non essere inospitale con gli stranieri, potrebbero essere degli angeli in incognito”.
La libreria compare anche al cinema, prima nel film di Richard Linklater, Before Sunset, e poi nel film di Woody Allen, Midnight in Paris. Molti autori contemporanei sono passati di qui: Jonathan Safran Foer, Martin Amis, Zadie Smith, Paul Auster, e Nathan Englander che si è persino sposato qui. Ogni settimana c’è un evento, un incontro, per mantenere viva la comunità di lettori. Sono moltissimi i frequentatori di uno dei luoghi più iconici di Parigi dove, tra un premio letterario, una presentazione o semplicemente una lettura, si respira il vecchio e sempiterno profumo dei libri.
Ristoranti: Le Grand Cafè des Capucines
Infine, volete gustare una cena parigina elegante e di classe? La risposta è: Grand Cafè des Capucines in boulevard des capucines 4. Creato nel 1875, Le Grand Café des Capucines è la famosa brasserie nella zona dell’Opera e dei Grands Boulevards. Aperto 7/7 e 24/24, cucina piatti tradizionali francesi che fanno la fama dello storico ristorante. Emblema parigino, in stile Liberty, con un arredamento firmato Jacques Garcia. Le sedie di velluto rosso, i murales e il meraviglioso soffitto in vetro conferiscono al luogo un fascino unico. Un ambiente sofisticato e accogliente nel quale trascorrere ore piacevoli per il palato e per l’atmosfera. In un arredamento fatto di lampade e soffitti Liberty, potrete gustare le straordinarie escargot à la Bourguignonne, aragoste, crudi di pesce con ostriche francesi provenienti da varie regioni, le più prestigiose, della Francia, un’ottima carta dei vini, anche se vi consigliamo di bere una buona bottiglia di champagne, e dei dessert da strabiliare i palati più esigenti.
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