Il 21 settembre 2023 è una data che rimarrà impressa nella storia del Parco archeologico del Colosseo, eh sì perché quel giorno, dopo quasi mezzo secolo di chiusura, è stata riaperta al pubblico la Domus Tiberiana. Il primo vero e proprio palazzo imperiale eretto sul colle Palatino nel primo secolo dopo Cristo, colpito da gravi problemi strutturali che ne avevano determinato la chiusura e a seguito di importanti interventi di restauro, a distanza di quasi 50 anni riapre al pubblico.
La grandiosa residenza imperiale, estesa per circa 4 ettari sul colle Palatino, si affaccia sulla valle del Foro Romano con poderose arcate su più livelli, immagine iconica di quest’angolo della città antica.
Con l’apertura del palazzo viene ripristinata la circolarità dei percorsi tra Foro Romano e Palatino,
attraverso la rampa di Domiziano e gli horti farnesiani: il visitatore, che entra nel palazzo percorrendo
la via coperta nota come Clivo della Vittoria, avrà così la percezione dell’antico cammino percorso dall’imperatore e dalla corte per raggiungere la grandiosa residenza privata, che dal colle Palatino ha dato origine al moderno significato della parola “palazzo”.
Imago imperii è il titolo dell’allestimento museale, a cura di Alfonsina Russo, Maria Grazia Filetici, Martina Almonte e Fulvio Coletti, con l’organizzazione di Electa, che si articola nei 13 ambienti che si aprono lungo il percorso, con l’ambizione di raccontare la storia del monumento nei secoli.
Se infatti la denominazione Domus Tiberiana, nota dalle fonti, rimanda all’imperatore Tiberio, che ha guidato l’impero dopo la morte di Augusto, le indagini archeologiche hanno dimostrato che le fondamenta del palazzo sono state gettate da Nerone in un momento successivo all’incendio del 64 d.C., ovvero contestualmente all’edificazione della Domus Aurea, in continuità con le più antiche dimore aristocratiche.
Successive trasformazioni, in particolare ad opera degli imperatori Domiziano e Adriano, hanno ulteriormente ampliato la dimora. La residenza ha continuato a vivere fino in età tardo-antica, per tornare a nuova vita dopo un periodo di abbandono, quando nella metà del Cinquecento i Farnese l’hanno inglobata negli horti.
Oggetto di scavi ininterrotti e di restauri già a partire dal XIX secolo, la Domus Tiberiana era stata aperta alla pubblica fruizione dall’archeologo Pietro Rosa, contestualmente al primo Museo Palatino. In questi anni recenti la Domus Tiberiana è stata oggetto di importanti lavori di scavo e restauro
volti alla conoscenza, alla tutela e alla valorizzazione di un organismo architettonico tanto complesso quanto inizialmente a rischio, per i gravi dissesti statici e geotecnici delle imponenti strutture
ora sanati, che hanno assicurato e reso stabile tutto il settore riguardante la costruzione della
pendice nord del Palatino. Una fase necessaria che consente oggi l’apertura al pubblico dell’area del monumento.
“Il Parco archeologico del Colosseo prosegue con l’obiettivo di restituire al pubblico spazi precedentemente preclusi alla visita. Ai nuovi e diversificati percorsi aperti negli ultimi anni, oggi si aggiunge un risultato storico, ovvero l’apertura al pubblico della Domus Tiberiana: viene così finalmente restituito il percorso circolare tra il Foro Romano e il Palatino attraverso i suggestivi spazi del Palazzo Imperiale. Un risultato raggiunto con un forte impegno di squadra durante lunghi lavori di restauro e riqualificazione funzionale del monumento”, dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
“Questo è un altro passo importante verso la piena fruizione dell’area archeologica centrale di Roma, la più grande al mondo in un contesto urbano straordinario. Grazie all’incessante operosità del Parco archeologico del Colosseo e alle ingenti risorse che continuano a essere investite nella valorizzazione del sito, da oggi cittadini e visitatori provenienti da tutto il mondo potranno godere di un ambiente che riapre al pubblico dopo quasi mezzo secolo dalla sua chiusura”, afferma il Direttore del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo.
Il nuovo percorso di visita, che si sviluppa nelle viscere del palazzo imperiale, oltrepassando le poderose
arcate del quartiere dei servizi, è incastonato nelle sostruzioni cave del fronte nord, e si articola in sette sale espositive, quattro delle quali comunicanti tra di loro, che si affacciano con una vista privilegiata
sul Foro Romano, mentre due sale multimediali sul fronte opposto ospitano un documentario e
la ricostruzione olografica del monumento.
Un percorso tattile accompagna il visitatore. Allo snodarsi delle sale, si segue la visione delle straordinarie architetture di recente restaurate, dei servizi con le terme imperiali e le infrastrutture connesse, delle superfici decorate a stucco che impreziosiscono il cosiddetto ponte di Caligola, con sullo sfondo le pitture ritraenti soggetti della vita di corte.
L’allestimento museale si articola secondo una visione tematica all’interno degli ambienti del quartiere sostruttivo di epoca adrianea, destinato ad accogliere i servizi, le botteghe per la vendita al dettaglio e presumibilmente anche attività amministrative.
Il racconto della vita che si svolgeva nella reggia è suffragato da un’ampia selezione delle centinaia di reperti ceramici, in metallo e in vetro, di statuaria e decorazioni fittili messi in luce durante gli scavi degli ultimi 30 anni: le merci e i consumi attraverso la documentazione che ci restituisce il vasellame trovato, le transazioni economiche testimoniate dalle numerose monete rinvenute, i sontuosi arredi degli spazi occupati dalle corti con le informazioni desunte dalla statuaria, i culti misterici del Palazzo, da Dioniso a Mithra e agli egizi Iside e Serapide.
Gli spazi sono suggestivamente illuminati tanto all’interno quanto all’esterno, così da essere visibili dalla
città anche di notte, grazie alla sponsorizzazione tecnica di ACEA.
(Immagine in copertina tratta dal portale di Roma Capitale turismoroma.it)
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