Riconosciuto lo specchio etrusco ritrovato a Ostia: faceva parte della Collezione Torlonia

Il professor Nizzo ha accolto l’appello di una trasmissione televisiva: il reperto era stato ritrovato ad Ostia dopo lo scavo nel 1879

Ostia

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Un reperto di straordinaria importanza storica e archeologica è finalmente tornato alla luce: si tratta di uno specchio etrusco in bronzo figurato e inscritto, risalente all’epoca ellenistica (III-II secolo a.C.). La sua storia è degna di un romanzo d’avventura, fatta di scavi, tesori nascosti, traffici clandestini e un’incredibile scoperta grazie a un appello pubblico lanciato dalla trasmissione “Chi l’ha visto?”.

Il ritrovamento in casa di un ex antiquario

La riscoperta di questo manufatto, che un tempo faceva parte della prestigiosa Collezione Torlonia, rappresenta un importante tassello per la ricostruzione delle vicende archeologiche italiane, nonché una vittoria per la tutela del patrimonio culturale.

La vicenda ha inizio nel 2021, quando la Guardia di Finanza di Colleferro effettua un blitz nella casa di un ex antiquario di Ostia. Quello che le forze dell’ordine si trovano davanti è un vero e proprio museo illegale.

L’abitazione dell’anziano ottantenne, che si era sempre difeso sostenendo che si trattasse di “falsi d’autore”, nascondeva una collezione straordinaria di circa 7.000 pezzi autentici, tra cui vasi, statue, monete, armi e preziosi oggetti d’arte etrusca, greca e romana. Le monete d’oro, argento e bronzo erano ben 4.000, alcune delle quali risalenti addirittura all’epoca greca.

Ogni oggetto era meticolosamente esposto in teche di legno, con la precisione e la cura di un antiquario esperto. Tra i reperti, c’erano fossili, anfore, vasellame, ornamenti in oro, argento, bronzo e avorio, nonché statue in terracotta e ceramica. Il valore storico e culturale di questo “museo segreto” è stato definito inestimabile dagli esperti.

Sullo specchio è incisa una scena dell’Iliade

In questo contesto, il pezzo che ha attirato maggiormente l’attenzione è stato proprio lo specchio etrusco in bronzo, finemente decorato e inciso con una scena tratta dall’Iliade, il celebre poema epico greco. La raffigurazione è unica nel suo genere: il consiglio di famiglia in cui si cerca di convincere Paride/Alessandro a duellare con Menelao, il marito di Elena, la donna rapita che diede origine alla guerra di Troia.

La scena è incisa sul retro dello specchio, ovvero sulla parte opposta a quella riflettente, una tecnica tipica degli specchi etruschi. Questo tipo di oggetti non aveva solo una funzione pratica, ma anche un valore simbolico e rituale, legato al mondo ultraterreno e alla bellezza femminile.

Il destino dello specchio ha preso una svolta decisiva nel novembre 2022, quando la giornalista e storica dell’arte Annalisa Venditti, d’accordo con il direttore del Museo Archeologico Toleriense di Colleferro, Angelo Luttazzi, ha lanciato un appello sui canali social della trasmissione “Chi l’ha visto?”.

Lo specchio era stato ritrovato nel 1879 in una necropoli

Si è cercato quindi di attirare l’attenzione degli studiosi e degli archeologi per riconoscere l’origine di quei pezzi misteriosi. La risposta non ha tardato ad arrivare: il professor Valentino Nizzo, etruscologo e direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, ha riconosciuto subito lo specchio.

L’oggetto, infatti, era già noto alla comunità scientifica, poiché era stato scavato nel 1879 nella necropoli vulcente di Mandrione di Cavalupo. Gli scavi erano stati promossi dal principe Alessandro Torlonia, il celebre mecenate romano che possedeva una delle collezioni di arte antica più prestigiose e misteriose del mondo. Lo specchio faceva parte della Collezione Torlonia, una raccolta di tesori etruschi e romani provenienti dalle proprietà che la famiglia aveva acquisito a Vulci, un’antica città etrusca situata tra Canino e Montalto di Castro, in provincia di Viterbo.

La Collezione Torlonia è una delle raccolte private più famose al mondo. Custodita per decenni in uno stato di semi-segretezza, la collezione è composta da oltre 600 sculture, mosaici, affreschi e reperti etruschi. Gran parte di questi tesori provengono proprio da scavi condotti a Vulci, un sito archeologico ricchissimo, famoso anche per il ritrovamento degli affreschi della Tomba François (1857).

Lo specchio etrusco ritrovato a Ostia era scomparso dai radar della comunità scientifica per oltre un secolo. Se ne conosceva l’esistenza grazie a una pubblicazione ottocentesca, ma da allora non se ne era avuta più traccia. Grazie all’intervento di Nizzo, è stato possibile confermare l’autenticità del manufatto e la sua provenienza dalla necropoli vulcente. Questo ha permesso di attribuirgli non solo un valore artistico ed economico, ma anche uno scientifico. A differenza di molti altri specchi etruschi di origine sconosciuta, questo esemplare ha ora una provenienza storicamente accertata, un dettaglio cruciale per gli studi archeologici.