Ricorso al Tar contro “padre” e “madre” sulle carte d’identità
La presidentessa di Famiglie arcobaleno: “Il governo non aiuta le famiglie italiane ma perde tempo con puri atti propagandistici”
Famiglie arcobaleno non ci sta e si scaglia contro la sostituzione della dicitura "genitori" con quella di "padre" e madre" sulle carte d'identità dei minori.
L'organizzazione dei genitori omosessuali rende noto che impugnerà al Tar il decreto sottoscritto dai ministri Matteo Salvini, Giulia Buongiorno e Giovanni Tria. Decreto ritenuto "palesemente illegittimo e discriminatorio perché non permette di far coincidere lo status documentale con quello legale dei bambini e delle bambine che già oggi – attraverso trascrizioni di atti esteri o che sono stati adottati dal compagno o dalla compagna del genitore biologico grazie all’art. 44, lett d (adozione in casi particolari) – sono riconosciuti figli e figlie di due padri e due madri e di quelli che invece verranno riconosciuti in futuro".
Marilena Grassadoria, la presidentessa di Famiglie arcobaleno, sostiene che "l'illegittimità del decreto è palese in quanto un atto amministrativo non può contravvenire alle disposizioni di legge e alle sentenze dei Tribunali. La sua pubblicazione è quindi un atto di pura propaganda politica da parte di un governo dove, per restare alle ultime notizie di cronaca, il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana non sa di avere le deleghe per le adozioni e i fondi per il bonus baby sitter vengono cancellati impedendo alle madri lavoratrici di poter tornare serenamente al lavoro dopo la gravidanza, qualora lo desiderino. Questo – sottolinea l'associazione – a dimostrazione del fatto che il governo non aiuta le famiglie italiane ma perde tempo con puri atti propagandistici che hanno il solo effetto di rendere la vita di alcune cittadine e cittadini più difficile, spargendo odio e divisione in un Paese piegato in due da una crisi economica devastante le cui conseguenze – si legge al termine della nota – pesano sulle vite di noi tutte e noi tutti".