Rieti, Asl “ok il Pronto Soccorso ma mancano medici”. Per 5 posti solo un candidato
Nonostante la pandemia Covid-19 i tempi di attesa delle prestazioni diagnostiche e delle visite specialistiche “sentinella” sono stati in gran parte garantiti, fino ad arrivare all’89,1% per le visite e all’81,5% per la diagnostica
Alle porte del nuovo anno si tirano le somme della gestione degli ultimi 365 giorni. Così, dalla Asl di Rieti è stata diffusa una nota per fare il punto dell’anno in procinto di finire.
Una lunga nota che racconta gli sforzi della sanità reatina e che si pone obiettivi importanti per il 2023. Potenziamento del pronto soccorso e l’arrivo dell’Università.
“Nonostante le gravi ripercussioni causate dal Sisma del 2016 e dalla pandemia da SARS CoV-2, a partire dal febbraio 2020, che hanno acuito i problemi di carattere demografico e orografico del reatino (popolazione più anziana del Lazio 26,46% contro la media regionale del 22,60% – densità abitativa di 55,02 abitanti/Km2 al 99 posto tra le province d’Italia – l’85% di strade di montagna), la Asl di Rieti ha gradualmente potenziato le reti di prossimità (come consultori, medici di base) migliorando la cura e l’assistenza sanitaria e socio sanitaria territoriale al domicilio del paziente e contestualmente ha riorganizzato l’attività interna al Presidio ospedaliero cercando di porre un freno agli accessi impropri in Pronto Soccorso, una delle strutture aziendali più sensibili e per tale motivo più attenzionate”.
Il pronto soccorso al centro delle strategie aziendali
Nel 2023, dunque si punta a migliorare ancora il pronto soccorso. Già nell’anno in corso, per gestire l’aumento del numero di pazienti in Pronto Soccorso in codice rosso e per contenere il fenomeno degli accessi impropri, leggiamo nella nota Asl che “l’Azienda ha posto in essere alcune importanti azioni come il potenziamento delle strutture territoriali (Distretti, Consultori, Poliambulatori, Casa Salute Magliano Sabina, Struttura riabilitativa Poggio Mirteto unica struttura totalmente pubblica del Lazio, PASS di Amatrice e Accumuli, Hospice S. Francesco unica struttura residenziale e domiciliare a gestione pubblica del Lazio”.
Nella scia dei miglioramenti messi in campo anche “la prima COT (Centrale Operativa Territoriale) del Lazio per presa in carico di pazienti in diversi setting assistenziali. Merito alla Asl reatina di essere la prima nel Lazio “nell’attivazione della Rete delle Cure Infermieristiche ed Ostetriche.
Attivato il “Piano di Bed Management Aziendale”
Per migliorare anche il sistema di “uscita dal pronto soccorso” la nota evidenzia che “sono stati attivati percorsi di dimissione precoce da Pronto Soccorso dedicati alla Pediatria, Ginecologia, Oculistica, Ortopedia e percorsi di dimissioni a strutture ambulatoriali specialistiche per proseguire, laddove necessario, il percorso di cura in una sede più adeguata rispetto al Pronto Soccorso”.
Le criticità
Al primo posto, come in tutta Italia, nelle criticità del De Lellis, la carenza di medici dell’emergenza. “Il Pronto Soccorso di Rieti dovrebbe contare 15 specialisti. Attualmente ne conta 8, più 4 gettonisti (medici neolaureati con attività a bassa complessità – codici bianchi e verdi). Negli ultimi 3 anni la Asl di Rieti ha bandito 4 concorsi a tempo indeterminato. 12 avvisi pubblici a tempo determinato. Nell’ultimo concorso a tempo indeterminato aperto a 5 posti: hanno presentato domanda in 4. Un solo professionista si è presentato sul quale non si ha ancora la certezza di presa di servizio”.
Ma al Pronto soccorso del De Lellis “esiste anche un problema strutturale: l’epidemia Covid-19,costrinse ad accantonare la partenza dei lavori di rigenerazione e ammodernamento della struttura (che dovevano iniziare nel 2020) tesi ad aumentare e razionalizzare gli spazi (concepiti negli anni ‘70) rispetto alle diverse funzioni dell’emergenza.
“Nel 2023 al via i lavori di ammodernamento del Pronto Soccorso: i lavori di ristrutturazione, adeguamento e potenziamento, anche tecnologico, sono inseriti nel Piano investimenti 2022 – 2024 per un importo di oltre 2 milioni e mezzo di euro”.
Dopo 40 anni arriva l’Università
Finalmente, dopo circa 40 anni di discussioni sulla fattibilità del progetto, è’ partita la clinicizzazione di alcune Unità Operative Aziendali in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma: Otorinolaringoiatria e Teleradiodiagnostica.
La Asl annuncia che “entro qualche settimana finalmente al De Lellis si avranno reparti a conduzione universitaria; un risultato frutto di quella spinta propulsiva all’innovazione sanitaria che ha caratterizzato l’intero mandato di questa Direzione strategica”.