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Rieti, capitale sabina: dal “blu di Napoleone” alla benedizione degli animali

Rieti è certamente una delle città più belle d’Italia, posta su un fertile altopiano circondato dalle alte montagne rocciose degli Appennini e non lontano dal Monte Terminillo, la montagna di Roma.

La sua storia è molto lontana e deve il nome a Rea Silvia la madre dei gemelli Romolo e Remo, fondatori di Roma, che discendeva da Enea. Rieti poi si trova nella Sabina famosa per la storia del Ratto della Sabine.

La città era percorsa dalla Via Salaria che attraversava il fiume Velino su un famoso ponte romano (del III secolo a.C.) demolito nel 1930 e ricostruito. Visitando la Rieti sotterranea si può riconoscere l’antica via.

Dopo la caduta di Roma, entrò a far parte del Regno dei Longobardi, mentre da un punto di vista religioso era sotto il controllo della vicina Abbazia di Farfa.

Rieti, grandi distruzioni e maestosi matrimoni

La città è stata distrutta più volte. Dai Saraceni e da Ruggero II il Normanno e per sfuggire ad altre conquiste decise di porsi sotto il controllo papale diventando una città guelfa. Il caratteristico centro storico medievale è ancora oggi protetto da una imponente cinta muraria.

Un episodio molto importante del medioevo è stato il matrimonio fra Costanza d’Altavilla ed Enrico VI di Svevia, il figlio di Federico Barbarossa. Lo sposo non si presentò per la morte della madre e il matrimonio venne ripetuto a Milano.

Tutto il XIII secolo fu un periodo di splendore e prosperità. Rieti fu spesso eletta a sede papale ospitando diversi papi tra cui papa Gregorio IX che canonizzò San Domenico.

San Francesco e le uniformi blu di Napoleone

Ma la sua storia si intreccia a quella di una delle personalità più importanti della chiesa: San Francesco. La valle di Rieti, detta “Valle Santa”, è oggi attraversata dal Cammino di Francesco.

La sua posizione a confine fra lo Stato Pontificio e il Regno del sud ha caratterizzato la sua storia e nel 1289, papa Nicolò IV incoronò Carlo II d’Angiò come re di Sicilia e di Gerusalemme.

Rieti entrò a far parte del Regno di Napoli fino a quando nel 1354 il cardinale Albornoz ristabilì l’ordine dello Stato Pontificio. Così la città venne assegnata in signoria a Cecco Alfani.

La storia dei secoli successivi e caratterizzata dalla fertilità della valle che permetteva coltivazioni di grande valore. Il territorio era così ricco di piante di guado che Napoleone le utilizzò per tingere di blu le uniformi del suo esercito.

Durante l’Ottocento, Rieti ha assunto un ruolo di primo piano e la battaglia Rieti-Antrodoco è considerata l’inizio del Risorgimento. Nel 1849 ha ospitato per tre mesi Giuseppe Garibaldi.

Rieti, il teatro Vespasiano e la benedizione degli animali

La sua importanza dopo l’unità d’Italia è manifestata anche dalla costruzione del sontuoso teatro Flavio Vespasiano (dal nome dell’imperatore romano della Sabina). Pensate che la sua acustica è considerata una delle migliori al mondo. Inaugurato nel 1893 con la Cavalleria Rusticana, dopo 5 anni venne distrutto da un terremoto e poi ricostruito.

Rieti aderì al nuovo Regno d’Italia con una sua decisione plebiscitaria indipendente e non fu annessa o conquistata.

Una delle manifestazioni più sentite dalla città è certamente la Festa del Sole a fine luglio con il Palio della Tinozza, con una serie di gare nelle limpide acque del Velino.

Mentre in inverno, la tradizionale benedizione degli animali di Sant’Antonio Abate si celebra con la rievocazione dei Cavalli infiocchettati, una sfilata di cavalli e cavalieri in costume storico.

Claudia Bettiol

Redazione

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