“Rieti dà il via alla nuova normativa della Regione Lazio introdotta con l’approvazione del collegato alla legge di stabilità da parte del consiglio regionale lo scorso agosto, che apre alla caccia al cinghiale anche in aree protette“. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri commenta la delibera della Riserva Laghi Lungo e Ripasottile, che ha dato il via libera all’abbattimento di cinghiali mediante girata. Interventi che saranno circoscritti e mirati all’interno di appezzamenti già sorvegliati da recinti elettrificati.
“Ci auguriamo che questo intervento– prosegue Granieri- possa essere da esempio per tutto il territorio regionale. E mi riferisco soprattutto a Roma, dove le aree protette, sono totalmente abbandonate, basti guardare a quelle gestite da RomaNatura e dal suo presidente Maurizio Gubbiotti. Qui prevale l’immobilismo e i cittadini non si sentono sicuri al loro interno, dove continua a proliferare incontrollata la presenza di cinghiali“. A seguito della normativa regionale nel Lazio è possibile sparare ai cinghiali anche nei territori delle aree protette.
“E un risultato importante – aggiunge Granieri – e siamo soddisfatti che la Regione abbia tenuto conto delle nostre richieste. Questa è una battaglia che abbiamo portato avanti in difesa dei nostri agricoltori, che continuano a subire ingenti danni alle loro coltivazioni danneggiate dalla continua presenza di cinghiali”. Una battaglia che si aggiunge a quella contro fotovoltaico che occupa suolo pubblico produttivo.
“Entrambe vinte – prosegue – grazie ad un impegno corale, che ha coinvolto l’assessore alla Transizione Ecologica, Roberta Lombardi, il consigliere Buschini e l’assessore all’Agricoltura, Enrica Onorati, nell’ambito delle nuove disposizione approvate nel collegato in materia di contenimento della fauna selvatica nelle aree agricole e in quelle protette”.
La nuova normativa prevede, inoltre, che in caso di inerzia da parte degli enti gestori delle aree protette, la Regione possa esercitare poteri sostitutivi, affidando ai proprietari dei terreni il compito di abbattere i capi. “Era fondamentale utilizzare un ulteriore intervento di contenimento oltre a quelli già esistenti nella Riserva Laghi – aggiunge Granieri – E’ una situazione che sta esasperando le aziende al punto tale da costringere alcuni agricoltori ad organizzarsi con delle ronde per scongiurare i danni.
Molti agricoltori sono stati costretti a riconvertire le loro produzioni, soprattutto quelle di mais e girasole, perché i loro raccolti vengono ripetutamente distrutti da branchi di ungulati”. La presenza di ungulati sta creando serie difficoltà agli agricoltori dell’area. A sollecitare un intervento rapido e risolutivo è stata più volte la Coldiretti Rieti. L’ultimo appello il mese scorso, in cui la federazione provinciale chiedeva l’introduzione di azioni ulteriori come lo sparo e l’intensificazione delle catture.
La Riserva Laghi ha ritenuto così necessario adottare un intervento di contenimento diverso, che va ad aggiungersi alle reti elettrificate e all’installazione di gabbie di cattura, previste del programma autorizzato dalla Pisana. E proprio alla Pisana, ma anche davanti a Montecitorio, lo scorso luglio sono arrivati agricoltori da tutta Italia nella manifestazione organizzata da Coldiretti contro l’invasione e la devastazione dei cinghiali nei campi agricoli. (Com/Mel/ Dire)
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