La situazione non è grave, è gravissima. Roma ha poco tempo, qualcuno dice solo tre mesi di vita per risolvere la questione dei rifiuti. Stiamo parlando di un'emergenza igienica, sì nel 2019 nella città più importnate del mondo. La politica ormai ha fallito con la sindaca Virginia Raggi e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti che continuano a scaricarsi responsabilità, mentre la città affoga nella spazzatura. E il senso civico davvero centra poco.
Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa ha anticipato che nel dl clima sarà inserita una norma in aiuto di Roma. Probabilmente servirà a velocizzare la realizzazione degli impianti di compostaggio. Intanto la Regione Lazio ha ratificato l’accordo che consentirà il conferimento e il trattamento di circa 5.500 tonnellate al mese nella Marche, in aggiunta a quelli che andranno in Abruzzo.
Tutte soluzioni temporanee, nessuna definitiva. Per una riprogrammazione dell'intero ciclo dei rifiuti serve tempo, che non abbiamo. L'unica via di uscita è chiedere aiuto a Manlio Cerroni. Sì, il monopolista, il poco di buono come lo ha definito qualcuno, un traffichino, ma nessuno può negare che con la spazzatura ci sa fare, eccome. Cerroni, 92 anni, una vita a lavorare tra impianti , discariche dismesse, polemiche politiche e grane giudiziarie. Ma l'unico che può dare una ripulita a questa città diventata impresentabile.
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