Il nuovo disegno di legge sulla riforma del Codice della Strada, approvato recentemente alla Camera e attualmente sotto esame al Senato, rappresenta una svolta significativa nella politica di sicurezza stradale italiana. Promosso dal Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, questo provvedimento cerca di rispondere al tragico bilancio annuale di 3.159 morti e oltre 223.000 feriti, di cui 16.875 gravi, derivanti da incidenti stradali nel 2022 in Italia. Prendiamo spunto dal documentatissimo report di Milena Gabanelli sul Corsera per un sunto su alcune delle novità annunciate.
La riforma si concentra su misure severe contro la guida in stato di ebbrezza e sotto l’influenza di sostanze stupefacenti. Tra le novità più significative figura l’introduzione dell’obbligo di installare un alcolock, un dispositivo che impedisce l’avvio del veicolo se rileva alcool nel respiro del conducente, per chi viene sorpreso a guidare in stato di grave ebbrezza. Questa misura sarà obbligatoria per un periodo da 2 a 3 anni.
Per quanto riguarda le droghe, la legge semplifica le procedure per accertare la guida sotto effetto di sostanze stupefacenti, rendendo sufficiente un test positivo, senza la necessità di dimostrare un’alterazione psicofisica al momento del controllo.
Il disegno di legge rafforza anche le sanzioni per chi utilizza il telefono alla guida. Le multe possono arrivare fino a 660 euro, con una decurtazione di 5 punti dalla patente e la possibilità di una sospensione fino a 120 giorni in caso di recidiva. È importante sottolineare che la maggior parte degli incidenti avviene nei centri urbani, dove il 73% dei sinistri è attribuibile a distrazioni, mancato rispetto della precedenza, semafori e eccesso di velocità.
Un aspetto controverso della riforma è il cosiddetto “decreto autovelox”, che limita l’autonomia dei Comuni nell’installazione degli autovelox, richiedendo ora l’autorizzazione preventiva del prefetto e motivazioni basate su tratti stradali con precedenti incidenti mortali. Questo provvedimento mira a contrastare l’accusa che tali dispositivi siano utilizzati principalmente come strumento di raccolta fondi piuttosto che di sicurezza.
Infine, le modifiche proposte riducono la possibilità per i Comuni di istituire zone a velocità limitata a 30 km/h, nonostante le evidenze mostrino che ridurre i limiti di velocità in aree urbane possa dimezzare le vittime degli incidenti.
Al di là delle nuove sanzioni e provvedimenti, per ridurre significativamente il numero di vittime degli incidenti stradali, è necessario promuovere una guida più consapevole e sicura. Bisogna cambiare la cultura della guida in Italia, ogni singolo automobilista ha il potere e la responsabilità di fare la differenza, per sé e per gli altri.
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