Riparte la stagione della caccia in tutta Italia
Per il Wwf si tratta di un triste e crudele appuntamento per gli animali selvatici e per chi ha a cuore la biodiversità
Si riparte con gli spari. La terza domenica di settembre, infatti, rappresenta secondo il Wwf un triste e crudele appuntamento per gli animali selvatici e per chi ha a cuore la biodiversità. All’alba di domenica 15 si ripresenterà la consueta scena di guerra impari: da una parte i cacciatori armati di doppiette – spesso sostenuti da regioni più sensibili ai loro interessi che a quelli della natura e dunque della collettività – e dall’altra il “popolo migratore” e gli animali selvatici in generale.
In realtà in molte regioni la caccia si è già aperta dai primi giorni di settembre, con le cosiddette “preaperture”, molte delle quali deliberate dalle regioni italiane in maniera illegittima e bloccate dai ricorsi ai Tribunali amministrativi regionali intentati dal WWF Italia con le più importanti associazioni di protezione della natura”.
“Il WWF Italia – ha dichiarato il Vicepresidente Dante Caserta – oltre a ringraziare di cuore gli avvocati del Panda che con tanta passione e rinunciando anche alle ferie d’agosto, hanno ottenuto importanti risultati, li incaricherà di procedere con le opportune iniziative legali anche dinanzi alla magistratura contabile, per chiedere il risarcimento degli enormi danni causati dalle Regioni più irresponsabili agli animali selvatici e alla natura d'Italia. Il WWF ricorda che la fauna selvatica è "patrimonio indisponibile dello Stato" che dovrebbe essere tutelato nell’interesse della “comunità nazionale ed internazionale”
Marche: il 27 agosto la delibera sull’avvio anticipato della caccia al primo settembre viene bloccata dal Tar regionale su ricorso delle Associazioni. La regione, disattendendo clamorosamente l’ordine del giudice, approva il giorno dopo una nuova apertura regalando ai cacciatori altre giornate di caccia, con migliaia di animali uccisi illegalmente. Le associazioni ricorrono nuovamente e nuovamente il giudice da’ loro ragione (il 5 settembre). Correttamente il giudice amministrativo ha ritenuto che: ”nella ponderazione degli interessi … vada data prevalenza a quello della conservazione delle specie oggetto di caccia (…)- anche in relazione “all’irreversibilità della situazione di fatto conseguente (esercizio in detti giorni della caccia con conseguente abbattimento di animali).
Abruzzo. Situazione analoga, e addirittura paradossale, in Abruzzo dove, a seguito del ricorso del WWF Italia e della LNDC, il calendario venatorio è stato sospeso. Anche la “regione dei parchi” ha tentato di aggirare la decisione del Tar, pubblicando una nuova proposta di calendario, che però non è stata ancora approvata. Così i cacciatori abruzzesi dovranno rimanere a casa domenica 15 settembre, rimanendo valida la sospensiva data dal TAR fino alla discussione del 25 settembre.
Lombardia. Altra regione da “cartellino rosso” è la Lombardia che ha deliberato di nuovo la cattura dei piccoli uccelli migratori a fini di impiego come richiami vivi, nonostante le ormai decine di condanne degli anni passati dai giudici italiani ed europei. Numerose ed importanti associazioni, tra cui il WWF Italia , hanno fatto ricorso al Tar Lombardia e sono in attesa dell’udienza. Nel frattempo il prossimo 21 settembre a Milano è stato organizzano un presidio contro la “deregulation venatoria”.
Anche in Liguria, Sardegna, Toscana e Calabria il WWF ha dovuto di nuovo ricorrere contro i calendari venatori perché non non in linea con i parametri stabiliti dalle norme europee e dalle regole scientifiche per la tutela delle specie selvatiche.
Dalla Calabria, che ha deliberato una delle peggiori e più lunghe stagioni di caccia in Italia, è arrivato un risultato positivo dal Tar che ha sospeso la caccia alle specie moriglione e pavoncella, come richiesto dall’’Unione europea lo scorso maggio e ribadito anche dal Ministro dell’Ambiente, trattandosi di specie in situazione critica di conservazione e per le quali la caccia è “incompatibile”.
“Auspichiamo che il Ministro Costa e il Parlamento si impegnino affinché si possano approvare presto nuove e più rigorose leggi per la tutela della fauna selvatica e che possano riportare in tutte le regioni italiane la caccia perlomeno a livelli sostenibili e nel solco della legalità” ha concluso il Vice Presidente dell'Associazione.