E’ sempre vivo lo stato d’emergenza dei “senza fissa dimora” a Roma. Nelle ultime tre settimane due persone sono morte nella Capitale: dopo Gregorio, polacco trovato senza vita la mattina del 30 dicembre scorso all’Esquilino, nella notte tra venerdì e sabato scorso è morto Karim, un giovane di 30 anni di origine tunisina, davanti la chiesa del Sacro Cuore, in via Marsala, di fronte la stazione Termini.
La Comunità di Sant’Egidio chiede rapidamente al Comune nuove strutture di accoglienza notturna perché non si muoia più sulla strada. Quando, a fine dicembre, a Roma la temperatura scese sotto lo zero, l’amministrazione capitolina decise di mettere a disposizione dei senza fissa dimora nuovi posti letto per la notte. Non risultano però, finora, progressi significativi nell’ospitalità, anzi, al momento si registra una disponibilità inferiore rispetto all’anno scorso e comunque del tutto insufficiente per rispondere al bisogno effettivo dell’emergenza, ormai ordinaria a Roma. Sempre la Comunità di Sant’Egidio ha realizzato la nuova Guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi 2015”, un appuntamento annuale della storica Comunità, un aiuto ad orientarsi nel mondo della solidarietà, è un libretto dove sono indicati i posti dove a Roma si può avere aiuto e accoglienza, ma anche i luoghi dove si può aiutare ed essere accoglienti. Dal dove mangiare al dove curarsi, dai servizi sociali alla formazione professionale e lavoro, dagli Uffici Giudiziari alle pensioni, dalla casa ai trasporti, tutto in nome della accoglienza e della solidarietà. La Guida si può richiedere alla Comunità di Sant’Egidio, ed è disponibile in PDF sul sito web della stessa.
Intanto la storica Basilica di Sant’Eustachio, situata nel cuore di Roma, a due passi dal Senato, apre le sue porte alle persone che sono in difficoltà, a quelle costrette a vivere sulle strade della Capitale, a chi ha problemi a procurarsi il “pane quotidiano”. Dal 2 dicembre infatti ogni giorno vengono serviti oltre 100 pasti caldi per altrettante persone bisognose che sono accolte all’interno della chiesa, con tavoli e sedie. La lodevole iniziativa, che si chiama “Riportiamo i poveri al centro”, è sostenuta da oltre 15 volontari e si ripete ogni giorno dalle ore 12.30 alle ore 15. “Abbiamo deciso di aprire questa mensa – spiega Don Pietro Sigurani, rettore della Basilica – per offrire un’ulteriore risposta al crescente numero di persone senza fissa dimora che vivono anche nel centro della nostra città, senza richiedere alcun contributo ad enti pubblici”. “Una risposta – aggiunge Sigurani – all’appello del Papa per una mobilitazione della Chiesa romana per i più poveri e gli ultimi”.
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