“Ristorante Tipico Romanesco”, arriva la certificazione ufficiale
Nasce il progetto promosso da Fipe Confcommercio Roma grazie al contributo della Camera di Commercio di Roma
“Ristorante Tipico Romanesco”, nasce il progetto per una certificazione ufficiale. La cucina del territorio non è soltanto un valore identitario e culturale ma anche un formidabile strumento di attrattività turistica.
Da queste premesse nasce il progetto “Ristorante Tipico Romanesco” promosso da Fipe Confcommercio Roma grazie al contributo della Camera di Commercio di Roma, con l’obiettivo di rilanciare e valorizzare la cucina “romanesca”.
“Ristorante Tipico Romanesco”, il progetto
Il progetto, agile nella struttura e innovativo per l’utilizzo delle tecnologie digitali, è finalizzato a “certificare” i ristoranti che valorizzano la vera cucina romanesca.
Intende così dare una nuova spinta al comparto della ristorazione, particolarmente colpito dalla pandemia Covid 19, offrendo opportunità di comunicazione e di rilancio nel mercato nazionale ed internazionale ai ristoranti romani e al brand di Roma.
Le firme del progetto
L’iniziativa è stata presentata ieri mattina, 31 marzo, presso il ristorante Angelino ai Fori a due passi dal Colosseo. Alla presenza di Pier Andrea Chevallard, commissario straordinario di Confcommercio Roma, Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma, Sergio Paolantoni, presidente di Fipe Confcommercio Roma, Luciano Sbraga, vice direttore di Fipe Confcommercio Roma, Monica Lucarelli, assessora alle attività produttive e pari opportunità di Roma Capitale e Alessandro Onorato, assessore ai Grandi eventi, sport e turismo di Roma Capitale.
“Oggi si parla di qualità della cucina tipica romanesca. Grazie a un progetto approvato dalla Camera di commercio di Roma e da Confcommercio e con il sostegno di Fipe abbiamo creato una commissione per dare dei criteri di valutazione ai ristoranti che si vantano di essere tipici romaneschi”. Lo ha detto il presidente il Fipe Confcommercio Roma Sergio Paolantoni a margine della presentazione dei primi 33 ristoranti certificati.
“La cucina romanesca è una cosa seria, non è una cucina improvvisata, è della nostra tradizione e quindi va mantenuta e tutelata”. “Questo è un progetto per il futuro ad alto contenuto innovativo. E’ la volontà dei ristoratori romani che valorizzano la tradizione, la qualità, l’autenticità di mettersi insieme per generare uno strumento per tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla cucina romana”, ha commentato il commissario straordinario di Confcommercio Roma Pier Andrea Chevallard.
Un riconoscimento per superare la crisi
“Perché non è solo una promozione dei ristoranti, è anche un avvicinamento alla tradizione romanesca. Quindi è un grande e bellissimo progetto che segnala la volontà dei ristoratori romani di superare la crisi, di pensare al futuro, di pensare a nuove iniziative di rilancio”. Secondo una recente classifica di TripAdvisor Roma è al primo posto al mondo per gli amanti del cibo. Proprio per salvaguardare questo status è stato ideato un riconoscimento di ‘romanità’ per i ristoranti e le trattorie.
I requisiti per ottenere la targa “Ristorante Tipico Romanesco”
Il menù deve presentare un numero minimo di piatti della cucina romana con almeno 3 antipasti, 5 primi, 5 secondi, 3 contorni, 3 dessert, ma si chiede anche di utilizzare prodotti tradizionali e a marchio Dop, Igp e Sgt della regione Lazio: sono questi i requisiti che un ristorante deve soddisfare per ottenere il riconoscimento di ristorante tipico romanesco dalla Fipe Confcommercio Roma.
La nuova Start up per un antico patrimonio
“Questa è la Roma che riparte. Abbiamo avuto una stagione difficilissima, quella del Covid, adesso dobbiamo ripartire migliori di come eravamo prima della pandemia”, ha affermato il presidente della Camera di commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti. “Uno degli elementi importanti della nostra città è il cibo, e i ristoratori sono i guardiani del cibo italiano. Soprattutto per quei turisti che vogliono venire a Roma a vedere i nostri monumenti, conoscere la nostra cultura, i nostri spettacoli ma vogliono anche mangiare da noi. Il cibo ha la capacità di comunicare. Mettere insieme i ristoratori che valorizzano il grande patrimonio che noi abbiamo nella cucina romanesca creata nei secoli è l’obiettivo dell’iniziativa di oggi e noi come Camera di commercio non abbiamo potuto che sostenerla”.
La piattaforma digitale Ristorante tipico romano è stata sviluppata dalla start up innovativa romana “pOsti”, specializzata nelle tecnologie emergenti applicate alla ristorazione e all’agrifoodtech, tra le quali blockchain, nft e metaverso.
La piattaforma sfrutta la potenza della blockchain come strumento di notarizzazione per garantire sia il processo di adesione dei ristoratori al disciplinare definito da Fipe e la compliance ai criteri di valutazione verificati da 7 commissari chiamati ad assegnare un indice di romanità del ristorante.
Promozione e conoscenza del territorio
Si tratta di uno strumento che bene si contrappone al turismo mordi e fuggi valorizzando un turismo di qualità riconosciuto a livello internazionale.
Tra gli obiettivi del progetto, oltre a quello più generale di rilancio e di digitalizzazione del comparto, c’è quello di favorire la conoscenza, la diffusione e la promozione di una cucina tipica anche in termini di consumo consapevole e sicurezza alimentare. Una conoscenza che favorisce una vera e propria salvaguardia del made in Italy e dei prodotti profondamente legati al territorio. “Si tratta di un progetto molto intelligente: si deve investire sulla qualità”, ha affermato l’assessore capitolino al Turismo Alessandro Onorato.
“Il food è uno dei due asset fondamentali per rilanciare il turismo di Roma insieme al patrimonio monumentare archeologico e dobbiamo valorizzarlo per rendere questa città ancora più attrattiva”. “La pandemia ce lo ha insegnato: da soli non si va da nessuna parte. Oggi dobbiamo sforzarci come amministrazione di portare innovazione e proposte al territorio”, ha concluso l’assessora alle Attività produttive di Roma Monica Lucarelli. “Le imprese sono quelle che generano pil e dobbiamo supportarle. Noi siamo ciò che mangiamo e lavorare su una ristorazione di qualità è essenziale”.