Ristoratori romani: “Aperti o chiusi per noi è un dramma”

I ristoratori romani in ginocchio: “Chi verrà al ristorante con plexiglass e mascherine? Chiediamo una soluzione concreta al Governo”

Tavola di un ristorante

Tavola di un ristorante

I ristoratori romani sono allo stremo. Il lockdown ha comportato condizioni di difficoltà per tutti, ma in modo particolare ha gravato sui settori del turismo e della ristorazione.

Abbiamo parlato con Gianfranco Contini, ristoratore romano che ci ha denunciato il drammatico stallo in cui si trovano baristi e ristoratori della Capitale. Il Movimento “La voce dei locali di Roma” è nato la settimana scorsa con altri due colleghi. In una settimana ha raggiunto quasi 500 iscritti. Mercoledì sera, 28 aprile, il movimento ha lanciato l’iniziativa simbolica di tenere accese le luci dei ristoranti romani.

Giorgio, proprietario del Caffè “Dietro l’angolo”

Oggi, giovedì 29 aprile, è prevista una protesta simbolica dei ristoratori di Roma che consiste nel consegnare al Campidoglio le chiavi del proprio locale con il nome dell’attività.

L’eventuale adesione a questo gesto di grande impatto è però individuale del singolo ristoratore o commerciante, non è il movimento a promuoverla.

“Il problema principale di Roma è che le attività di ristorazione ruotano intorno al turismo, il settore più colpito dalla pandemia e dal lockdown che ne è conseguito. La nostra situazione è drammatica perché se stiamo fermi non incassiamo nulla e se apriamo chi verrà al ristorante? Anche se dal 1 giugno ci dessero la possibilità di riaprire, chi verrebbe al ristorante dovendosi disinfettare la mani all’entrata? Dovendo sedere in una protezione di plexiglass, indossando una mascherina? Chi verrebbe al ristorante per farsi versare del buon vino in un bicchiere di plastica?

Le consegne a domicilio non bastano a tenerci in piedi e a ripagarci delle spese di affitto, bollette, ingredienti, pulizie…

L’unica cosa che possiamo sperare è che si possa presto riaprire in condizioni il più possibile normali e che il Governo ci aiuti concretamente in questa fase.

Noi ristoratori romani sposiamo le richieste del commercio, quindi cassa integrazione prolungata almeno fino a fine anno, sgravi fiscali di tasse, soluzioni di sostegno per l’affitto, sia per il locatore, sia per il locatario. Non possiamo chiedere di più oltre a questo. Ma allora cosa dobbiamo fare? Di cosa vivremo?”

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