Quanti cittadini sono davvero interessati alle prossime elezioni amministrative regionali? A far conto sui sondaggi di questi mesi sembrerebbero pochi. Eppure le amministrative rappresentano il livello più prossimo ai cittadini. Ma ormai la complessità degli eventi contemporanei, dalla guerra alla dinamica dei prezzi delle materie prime, sembra divorare tutto e portarlo in una dimensione in cui sembra che la politica nulla possa fare di fronte ad eventi di tale portata condannando l’umanità ad un destino ineluttabile.
L’assenza di iniziative diplomatiche nella guerra russo ucraina fa prefigurare scenari apocalittici. E le fluttuazioni dei mercati internazionali con l’aumento incontrollato dei prezzi, dell’inflazione, del costo del denaro, portano a considerazioni lontane da ciò che la politica può fare concretamente sui territori. Tuttavia i rinnovi dei consigli regionali meritano attenzione come ogni volta che si esprime la volontà popolare.
Il Lazio vede una situazione politica alquanto confusa con poche certezze. Una tra queste è la incomunicabilità tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle. L’uno sostiene la lista civica dell’uscente Assessore alla Sanità Alessio D’Amato. L’altro, tra dissidenti e desaparecidos, non sembra più avere il peso avuto nel recente passato. Favorito il centrodestra che sfrutta il vento in poppa del gradimento che gli italiani stanno esprimendo per la prima presidente del consiglio donna della storia d’Italia.
La formula delle liste civiche attira sempre personalità interessanti, che spesso non hanno tessere di partito e che vengono dal mondo delle professioni. Una di queste è Rita Padovano, candidata con Alessio D’Amato. Ecco la nostra intervista.
Chi è Rita Padovano?
In ambito lavorativo, ho avuto diverse esperienze, soprattutto all’inizio. Nel tempo, il mio interesse si è rivolto sempre più al settore della cultura. Attualmente, sono la responsabile delle relazioni esterne e istituzionali dell’Istituto di Studi Politici Pio V. All’impegno lavorativo affianco quello sociale, collaborando con varie associazioni che si occupano di problematiche legate al mondo della donna e al recupero dalle dipendenze.
Perché si candida al consiglio regionale con la lista D’Amato?
In Consiglio regionale ci sono già stata, tra 2005 e 2010, occupandomi in particolare di sanità. In questa tornata elettorale, mi candido con la lista D’Amato perché è quella che meglio risponde alla mia idea di politica.
Il centro-sinistra ha molti problemi che ovviamente derivano dalla situazione di estrema confusione di ruoli e di leadership del Partito democratico. è sicura di aver fatto la scelta giusta?
Sono convinta, sì, di avere fatto la scelta giusta, perché nei prossimi anni, ma direi già da ora, è necessario compiere un gran numero di scelte importanti. Molte di queste scelte sono di competenza della Regione. Quella più significativa riguarda la riforma del welfare, che deve mettere al centro il cittadino con i suoi bisogni. E’ necessario avviare al più presto un tavolo di concertazione che definisca le priorità di azione.
I sondaggi di opinione rilevano un importante disinteresse degli elettori per queste elezioni amministrative regionali. Da cosa dipende?
C’è molta stanchezza, è vero, e anche tanto disorientamento perché un “leaderismo” esasperato ha fatto perdere di contenuti la politica. I cittadini si sono accorti che i loro problemi sono poco al centro dell’agenda politica.
Quale è l’idea, il progetto, l’obiettivo che più di tutti tiene a realizzare se dovesse approdare alla Pisana?
C’è un dato, relativo alla denatalità nel nostro paese, che mi ha particolarmente colpita e si riferisce alla città di Roma, dove, fra gennaio e ottobre 2022, le nascite hanno visto un calo del 10%. Nel breve periodo molti posti di lavoro nella scuola sono a rischio, così come già cominciano a mancare servizi per gli anziani. Le donne che pensano alla maternità sono, molto spesso, anche donne che lavorano, secondo i dati recenti ISTAT. è necessario fornire loro maggiori garanzie, perché un bambino è un bene sociale.
Sanità, territorio, formazione professionale. Continuità o nuove soluzioni rispetto al lavoro prodotto dalla giunta Zingaretti?
Credo che questa regione abbia fatto molto e, nella stessa misura, credo che molto ci sia ancora da fare, sia in relazione alle problematiche dello sfruttamento e inquinamento del suolo sia in riferimento alle tematiche culturali, sapendo che da sola la scuola non ce la può fare.
Chi sarà il nuovo segretario del Partito democratico? Se non vuole fare nomi quali caratteristiche deve possedere?
Non sono iscritta, e non lo sono mai stata, al Pd. Di certo è un partito che deve sciogliere molti nodi, evitando di avere come riferimento quello della social-democrazia e quello elitario e radical-chic, perché la storia di questo paese è diversa da quella di tutti gli altri paesi europei. Di questo il Pd deve farsi carico se vuole essere un grande partito che rappresenti il paese.
Sandro Gugliotta
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