Categorie: Cronaca

Rivolta Atac: la lettera di Micaela Quintavalle

Genova e Roma collegate da un filo sottilissimo, quello delle proteste, della ferma opposizione alla privatizzazione, dei disordini e della malagestione del trasporto pubblico locale, in mano a due aziende municipalizzate, per le quali si prospetta la privatizzazione. Un’ipotesi che non piace a nessuno, non ai lavoratori, almeno: solo attraverso la funzione pubblica, si possono rilanciare le 2 aziende in questione.

Dopo Genova, quindi, anche Roma si mobilita: gli autisti si autogestiscono, e a guidare i movimenti di protesta c’è lei, Micaela Quintavalle, ribattezzata la ‘pasionaria’ della rivoluzione Atac che sta agitando la Capitale.
E che scrive una lettera indirizzata ai romani e a tutti gli utenti del servizio di trasporti capitolino: “Carissimi utenti, carissimi cittadini di Roma ai quali mi rivolgo in particolare, sono Micaela Quintavalle e sono una autista dell’Atac”.

Una volta – prosegue la lettera pubblicata integralmente da RomaToday – una collega ha definito noi autisti dell’Atac dei semplici numeri. Delle matricole. E aveva ragione. Noi siamo quei numeri che ogni mattina accompagnano i vostri bambini a scuola e che all’ora di pranzo li riportano a casa. Siamo quei numeri che vi conducono al lavoro e che la sera quando ormai il cielo è cupo ed il traffico fitto, vi riportano nel tepore delle vostre famiglie. Quando ne avete. Siamo quel numero con cui chiacchierare se invece vivete nella solitudine. Quel numero cui raccontate ogni particolare di una vita che per noi da sconosciuta acquista pian piano spessore. Siamo quel numero che non può permettersi una vita sociale perché nemmeno con 24 ore di anticipo riceverà la comunicazione di dove, il giorno successivo, dovrà andare a lavorare. Siamo quel numero cui si chiede di cominciare il turno su Marte e di terminarlo su Venere. Con tutto lo stress e la perdita di tempo che ne consegue”.

“Siamo quel numero – si legge ancora – cui spetterebbero 15 giorni di ferie in estate scelti dall'azienda e altrettanti in inverno scelti da noi. Invece ci viene detto che per mancanza di personale possiamo andare al mare solo 10 giorni l'anno mentre i più fortunati ne hanno altri 5 a natale. Siamo quel numero che se rimane coinvolto in un incidente, o sta male per cose più serie , dopo 180 giorni vede dimezzata la sua entrata economica a fine mese. Siamo quel numero che per andare al funerale di una persona cara deve portare il certificato di morte. Siamo quel numero che per partecipare al matrimonio di un amico deve mostrare ai superiori la partecipazione. Siamo quel numero su cui viene esercitata una pressione psichica assurda quando ci rifiutiamo di proseguire il servizio di trasporto pubblico locale con vetture a noi dire inadeguate. Siamo autisti professionisti e pensiamo in primo luogo alla vostra sicurezza. Siamo quel numero i cui diritti, i bisogni, le esigenze e la dignità non sono stati minimamente tutelati dalla classe sindacale quasi interamente aziendalista, né dall'azienda stessa. Perché vige un dictat. Il DIVIDE ET IMPERA dal momento che , come diceva Gmorg, il cane nero della storia infinita di Michael Ende al servizio del Nulla "è più facile dominare chi non crede in niente”. Noi vi chiediamo scusa. Vi chiediamo scusa perché la maggior parte di voi è gente onesta. La maggior parte di voi dopo una giornata piena e dopo aver pagato un costoso biglietto per tornare a casa deve subire quotidianamente una odissea. Vorrei solo che passasse questo messaggio: noi siamo con voi. Sempre e comunque. Ribelliamoci a questo sistema fatto di gente corrotta e corruttibile che sta portando un'azienda come l'Atac allo sfacelo più totale. Giovedi 28 novembre alle ore 10.30 venite a manifestare sotto la sede di via Prenestina 45 con i colleghi della Roma Lido, i pendolari e tutti noi lavoratori. Per vincere questa guerra abbiamo bisogno del sostegno di tutti voi utenti”.

La lettera di Micaela Quintavalle, quindi, si chiude con una richiesta specifica: bisogna protestare tutti insieme, lavoratori e cittadini, che poi sono gli utenti del servizio del trasporto pubblico locale, che rischia il tracollo. E lo rischia a danno dei lavoratori.

Dalla parte dei lavoratori, anche i sindacati – Cgil, Cisl e Uil – che si dichiarano “contrari a qualsiasi ipotesi di privatizzazione”, poiché credono che “solo nella sua funzione pubblica si possa rilanciare Atac”.
“Con il sindaco Marino – dichiarano i sindacati – abbiamo sottoscritto un accordo il 6 novembre. Il 6 dicembre l’intesa, che prevede anche la conferma della gestione in house fino al 2019, dovrà essere sostanziata con atti formali. Se questo non accadrà porteremo avanti forme di mobilitazione opportune”.

Redazione

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