Categorie: Cronaca

Roberto Berardi, liberazione imminente

Con tutta la prudenza del caso si può affermare che ieri è giunta una bella notizia riguardo la vicenda di Roberto Berardi, l'imprenditore di Latina in carcere, ormai da gennaio 2013, in Guinea Equatoriale. L'uomo era stato arrestato dopo aver riscontrato anomalie nelle movimentazioni sui conti dell’impresa del figlio del presidente della Guinea Equatoriale, Theodorin O'Biang Nguema Mbasogo, con il quale era socio in affari. Successivamente, Berardi era stato processato e condannato a due anni e quattro mesi di reclusione per truffa e appropriazione indebita. Per giunta, all'interno idella prigione sarebbe stato picchiato e avrebbe contratto la malaria. 

Nella giornata di ieri Obiang è giunto a Bruxelles per prendere parte al  vertice Ue-Africa, in corso in queste ore,  e ha avuto un incontro con  il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani. Al termine del summit, Obiang ha dichiarato di essere "impegnato per una soluzione rapida per liberare" Berardi. Anche Tajani ha confermato che l'imprenditore sarà liberato non appena verranno definiti alcuni dettagli tra il governo italiano e quello della Guinea Equatoriale".

Come comprensibile, i familiairi di Berardi hanno assunto un atteggiamento prudente in merito alle novità emerse. All' Ansa, il protevoce Guido Valenza ha dichiarato: "Incrociamo le dita, a questo punto speriamo che questo sia davvero l’intervento decisivo perché in altre occasioni ci siamo illusi e poi non è accaduto niente. La famiglia è ovviamente felice di questa notizia  ma purtroppo altri interventi in passato si sono risolti con un nulla di fatto. Questa volta però il presidente si è esposto in prima persona e quindi speriamo davvero sia la fine di questo incubo. Se è possibile sentiamo Roberto anche quotidianamente. Lui cerca di rassicurare la famiglia e non ha mai raccontato molto. Sapevamo delle torture che subiva nella fase di isolamento in carcere, ma quando abbiamo visto quel video che era stato girato e inviato da una persona vicina a Roberto lì in carcere, siamo rimasti sconvolti. Abbiamo visto con i nostri occhi le violenze e le torture che ha subito e abbiamo deciso di inviarlo al Tg1".

 

 

Redazione

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