L’ 8 aprile 2022, a Roma, una giovane vita è stata spezzata in un incidente stradale. Leonardo Lamma, di 19 anni stava raggiungendo in sella alla sua moto gli amici a Ponte Milvio.
La ricostruzione esatta dell’incidente ancora è da accertare. Sembrerebbe che il giovane abbia perso il controllo del mezzo e si sia schiantato contro la lastra di travertino di Corso Francia, morendo sul colpo.
Sono ancora sotto shock i genitori del giovane centauro. La madre raccontando la tragedia della morte di suo figlio al quotidiano “Il Messaggero”, ha esternato i suoi dubbi sulla dinamica dell’incidente.
“Non può essere solo colpa di Leonardo. Qualcosa è successo: c’era un avvallamento, una specie di buca e rialzo sul manto stradale, qualcuno forse l’ha stretto, ha fatto una manovra azzardata. Leo era un guidatore preciso, prudente, giudizioso. Qualcosa l’ha messo in crisi”.
La donna sta cercando di ricostruire da sola l’esatta dinamica dell’incidente che ha interrotto la vita del giovane figlio.
“Sto facendo di tutto per capire. Sono tornata stamattina (ieri mattina, ndr) sul luogo dell’incidente e la cosa più inquietante è che ho trovato degli operai che avevano già raschiato e rifatto l’asfalto. Nel punto esatto dove era avvenuto l’incidente mortale di Leonardo“.
Una coincidenza che fa nutrire profondi sospetti alla donna. “Sono rimasta sorpresa, certo. Ho parlato con il capo cantiere dei lavori che mi ha riferito che l’ordine era arrivato già ieri, prima dell’incidente. Lui sembrava non sapere nulla di quello che era successo in quel posto“.
Come sottolinea la madre del ragazzo, Corso Francia è “una strada maledetta”. L’incidente di suo figlio non è il solo avvenuto lungo quella via. Infatti, lì vicino una sera erano morte anche due ragazze amiche del figlio, Gaia e Camilla, investite dal Suv guidato dal 21enne Pietro Genovese.
“Abbiamo già incaricato il legale. E vogliamo far visionare tutte le telecamere funzionanti in quel punto. I sospetti ci sono. La strada lì doveva avere dei problemi. Una buca e un rialzo, era sconnessa. Leonardo non può avere fatto tutto da solo. Aveva quella moto da due anni, lui era scrupoloso, pratico, prudente. Vogliamo la verità. Certo, non ci ridarà Leonardo, ma è per una serenità interiore. Io e Stefano ormai siamo due zombie“.
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