Mercoledì 24 gennaio è in programma uno sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico proclamato da Cobas Lavoro Privato, Adl, Sgb, Cub Trasporti, Associazioni lavoratori Cobas, Usb e Orsa. Lo sciopero nazionale del trasporto pubblico indetto dai sindacati di base, durerà per tutta la giornata, anche se con modalità territoriali differenti da città a città e con le fasce di garanzia per i pendolari.
Durante lo sciopero il servizio sarà garantito esclusivamente durante le fasce di legge: da inizio servizio diurno alle 8:29 e dalle 17 alle 19:59.
A Roma lo sciopero riguarda l’intera rete Atac (compresi i collegamenti eseguiti da altri operatori in regime di subaffidamento) e l’intera rete dei gestori Roma Tpl e Ati Autoservizi Troiani/Sap nel territorio di Roma Capitale e nei comuni della città metropolitana serviti.
Durante l’agitazione, nelle stazioni della rete metroferroviaria che resteranno eventualmente aperte non sarà garantito il servizio di scale mobili, ascensori e montascale. Non garantito, inoltre, il servizio delle biglietterie Atac; i parcheggi di scambio restano aperti. Il servizio delle biglietterie on-line non subirà alcuna interruzione.
Tutte le informazioni sullo stato del servizio sono disponibili sulla piattaforma informativa digitale InfoAtac: www.atac.roma.it e su www.romamobilita.it. (Red/ Dire)
Per USB Lavoro Privato lo sciopero è stato proclamato “per il libero esercizio diritto di sciopero; per il superamento salari di ingresso; contro appalti e subappalti; per la sicurezza sul lavoro e del servizio; per il salario minimo; per una legge sulla rappresentanza; per il blocco delle spese militari”. Lo stesso sindacato protesta anche “per la mancata convocazione della medesima alle trattative per il rinnovo del CCNL del settore”.
Per AL COBAS lo sciopero è stato proclamato “contro ogni forma di limitazione del diritto di sciopero e abolizione di accordi sulla rappresentanza, superando monopolio costruito su complicità OO.SS. e associazioni datoriali; per il superamento dei salari di ingresso minimo 1.600 euro netti mensili; contro appalti e subappalti; per un piano di investimenti e assunzioni in tutti i settori di pubblica utilità; per la sicurezza e tutela della salute in tutti gli ambienti di lavoro; per il blocco delle spese militari; contro le grandi opere speculative”.
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