Roma, 400 posti auto per il Giubileo 2025 ma i lavori non sono mai iniziati
Una struttura in totale abbandono che potrebbe dare posto per quattrocento auto, dove giacciono tonnellate di rifiuti di ogni genere
Tra le tante cose indegne di Roma, c’è un piccolo pertugio quadrato che si apre in un’area immensa nel quale, chinandosi a novanta gradi, si può accedere all’interno. A lato di questo pertugio, qualcuno ha posizionato alcune piante, ormai secche, come ad “abbellire” l’ingresso. Un cerchione di una ruota, tubi di ferro, travi di legno, la bandiera dell’Italia, completano l’arredamento.
Lo guardi e pensi a quegli esseri umani che, nel buio e nel silenzio, passano dal marciapiede a quell’ inferno per infilarsi in qualche giaciglio, tra rifiuti di ogni genere e passare la notte guardando in alto, dove le rampe di accesso ai piani del parcheggio compiono ampi giri verso il cielo.
Un parcheggio di 400 posti lasciato al degrado
Questo luogo dimenticato è il parcheggio multipiano della trafficatissima via Magna Grecia, accanto al mercato Metronio, progettato dall’architetto Riccardo Morandi. Una struttura in totale abbandono che potrebbe dare posto per quattrocento auto, dove dietro teli verdi ormai laceri e transenne arrugginite, giacciono tonnellate di rifiuti di ogni genere.
Da anni è in uno stato di indicibile degrado e ospita all’interno diversi senzatetto che danno non pochi problemi ai residenti e agli esercizi commerciali delle vie limitrofe. E dire che esiste un progetto di riqualificazione da quattordici milioni e mezzo di euro che consentirebbe la riqualifica entro il Giubileo del 2025 sia del mercato che del parcheggio.
La riqualificazione per il Giubileo
Era prevista una gara da espletarsi entro il terzo trimestre del 2023 con successiva stipula del contratto entro dicembre dello stesso anno e realizzazione di almeno il 20% delle opere entro giugno 2024.
Nulla di tutto to questo è accaduto. Nessuna traccia di lavori, nessun cantiere; solo montagne di rifiuti e poveri vagabondi che trovano rifugio all’interno della struttura. I passanti si fermano, osservano inorriditi, sbirciano tra i buchi delle reti e proseguono scuotendo la testa.
I residenti protestano, ma nessuno li ascolta. Insomma, il solito, triste copione cui non ci abitua mai.