Roma, accuse per un controllo antidroga: “fermavano solo donne e uomini neri”
“Fermare un grande numero di persone nere e non rispondere alle loro domande può provocare dei traumi nelle persone”
Un controllo antidroga in zona Termini, a Roma, che si trasforma “in un arbitrario e indiscriminato fermo di decine di ragazzi neri”. E’ questa la denuncia arrivata da un contatto dell’agenzia Dire, che vuole rimanere anonimo, fermato questa mattina in via Giolitti nel blitz appena descritto.
“Arrivavamo proprio da un convegno su afrofobia e razzismo dove avevamo appena denunciato il rischio di comportamenti come questi, e dopo pochi minuti, appena scesi giù, cambiando strada e a pochi chilometri è toccato proprio a noi- racconta la fonte- Camminavamo in via Giolitti e all’improvviso siamo stati fermati dalle forze dell’ordine per un controllo.
Ci hanno chiesto i documenti e poi hanno iniziato a fermare donne e uomini di origine africana che si trovavano a passare di lì, facendo passare le persone bianche dall’altra parte della strada. Poi è arrivata la Guardia di Finanza con i cani antidroga e solo alla fine ci è stato detto che il fermo era dovuto al fatto che ci trovavamo nel raggio di azione della ricerca di due spacciatori che poi sono stati trovati”.
“Io- conclude la fonte- che di lavoro faccio proprio questo, ho provato a spiegare agli agenti che si trattava di un fermo indiscriminato e che questi comportamenti vanno evitati perché fermare un grande numero di persone nere e non rispondere alle loro domande può provocare dei traumi nelle persone, perché poi queste si ritroveranno a vivere in uno stato di ipervigilanza nella speranza di non essere fermati solo per il colore della loro pelle.
Ho tentato di cercare un dialogo con le forze dell’ordine per attivare delle azioni di prevenzione e di sensibilizzazione sul tema delle discriminazioni. Credo sia importante. Bisogna spiegare bene che alcune azioni, come anche quella di oggi, anche se quotidiane non possono e non devono sembrare normali. Il razzismo in Italia esiste. E le ingiustizie non vengono subite solo dai singoli, sono frutti di un sistema che non funziona”. (Zap/Dire)