Il Quotidiano del Lazio già da qualche tempo si sta occupando di storia antica, soprattutto della storia di Roma, della sua connessione con il nostro presente, delle vestigia e delle origini non solo della caput mundi ma anche dei centri preesistenti alla fondazione dell’urbe, in particolare nel territorio del Lazio, che oggi hanno lasciato la loro eredità a paesi che traggono dalle loro origini e dai reperti archeologici ancora esistenti fonte di reddito per l’intera comunità sfruttando un patrimonio di valore inestimabile che attrae turisti da tutto il mondo. Ogni giorno, tuttavia, si pone l’attenzione sul degrado del patrimonio storico, archeologico e culturale italiano e in specifico di Roma, il tutto condito da un lato dalla mancanza di fondi e dall’altro da una cattiva gestione dei pochi disponibili tanto da produrre polemiche anche sul finanziamento, da parte di privati, di importanti opere di restauro come, ad esempio, quella del colosseo da parte di Diego Della Valle.
In un simile panorama i turisti, che sembrano essere lasciati allo sbando nel loro approccio ai monumenti di Roma così come anche nella loro esplicazione storica, appaiono essere i soli estimatori della cultura romana mentre dall’altro lato appassionati, amanti, studiosi, tecnici, archeologi e storici sembrano essere condannati, come i dannati del sesto canto dell’inferno di Dante, a girare in tondo e invano nel loro tendere ad una salvaguardia e valorizzazione di ciò che chi, politico, è chiamato a gestirne la conservazione ne produce lo scempio sotto gli occhi di coloro i quali, impotenti, a quei monumenti hanno dedicato gran parte della loro vita.
La divulgazione è certamente l’ultima spiaggia da un lato per far nascere una sensibilità collettiva che porti ad una cultura della preservazione di quella che non è solo la nostra storia ma anche le nostre radici; Roma non è solo passato, infatti, ma è il nostro presente che si rinviene nel diritto, nelle abitudini sociali, nell’ingegneria, nell’organizzazione di tanti aspetti della nostra quotidianità dei quali ne disconosciamo le origini; dall’altro lato la divulgazione è, forse, l’ultima speranza anche di quei dannati che in essa vedono la possibilità di veder risorgere dalle ceneri il frutto dei propri sforzi e dei propri sacrifici profusi per decenni con passione.
È appunto la passione il principale filo conduttore che lega gli archeologi ad Altair4, che non è il Pianeta Proibito dell’omonimo film del 1956 di Fred McLeod Wilcox, benché da esso tragga il nome, ma una s.r.l. che da numerosi anni opera in questo settore e che corre in soccorso del mondo dell’archeologia così tanto bistrattato. L’amore per l’arte e la storia ha influenzato la scelta, da parte della società, degli argomenti trattati che, sempre più spesso, contengono tematiche inerenti la divulgazione e valorizzazione del patrimonio artistico culturale. L’attività caratterizzata dall’ampia produzione di ricostruzioni archeologiche tridimensionali realizzate per musei e produzioni televisive, italiane ed estere, inserisce Altair4 in un contesto in cui tutto ciò che è storia e civiltà del passato richiama l’attenzione del pubblico quasi magneticamente, in una sete di sapere e conoscenza inaspettata; lo verifichiamo ogni giorno con quegli articoli che pescano nella storia romana, o anche pre-romana, ottenendo ottimi risultati in termini di visualizzazione e di riscontro partecipativo anche nei social network. Ciò che caratterizza Altair4 è il continuo dialogo tra passato e presente che connota i risultati dell’attività in cui la tecnologia si integra con i contenuti artistici e culturali cui fa riferimento. Ammirare le ricostruzioni fotografiche e visive del colosseo, del foro romano, del circo Massimo o dello stadio di Domiziano, realizzate in modo assolutamente realistico, ci riporta indietro di 2000 anni come in una macchina del tempo restituendo alla nostra realtà ciò che riusciamo a vivere solo nella nostra fantasia, in quei sogni e desideri che, nel pianeta Altair4 del film, possono materializzarsi non per magia ma attraverso uno straordinario progresso delle facoltà intellettive umane.
La formazione tecnico-artistica dei soci fondatori ha favorito il successo di Altair4 nel campo della valorizzazione dell’immenso patrimonio storico, artistico e archeologico del nostro Paese, facendo loro vincere la scommessa, fatta 30 anni addietro, sulla possibilità di giungere ad offrire un nuovo concetto di comunicazione e divulgazione culturale.
La ricostruzione virtuale di vestigia e monumenti si trasforma in un eccezionale strumento di studio e ricerca, quindi, non solo al servizio di un pubblico laico ma anche di addetti ai lavori in quanto risultato dell’interazione di dati provenienti da diverse discipline che diventa una vera e propria forma di restauro virtuale. Godiamoci, pertanto, le splendide ricostruzioni in 3D dei monumenti di Roma imperiale e dell’antichità tuffandoci nel passato in attesa di nuovi regali che la società Altair4 saprà farci in un futuro prossimo.
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