Roma, assalto ai pronto soccorso: colpa di Covid e influenza. Siamo al collasso
A rischio l’intero sistema dei pronto soccorso negli ospedali romani a causa dell’incremento esponenziale dei contagi da influenza e Covid
L’aumento dei casi di influenza australiana e il progredire dei casi di Covid stanno mandando in tilt i pronto soccorso degli ospedali di Roma.
Raggiunto dal Il Messaggero, anche Giulio Ricciuto, Presidente della Società italiana della medicina ammette: “Se si superano il tetto dei mille il Dea (Dipartimento di emergenza accettazione) salta”.
E con l’avvicinarsi dei giorni di festività, quando è normalmente più difficile trovare i medici in ambulatorio si prospettano giorni estremamente difficili per i medici impegnati nei pronto soccorso.
La prima giornata di grande difficoltà si è registrate nei giorni dell’Immacolata, quando i presidi ospedalieri sono stati presi d’assalto da pazienti costretti ad aspettare ore e ore prima di essere sottoposti a visita.
I numeri di accesso di questi giorni
I numeri fanno paura. Negli ospedali di Roma e del Lazio si è arrivati a 931 utenti che stazionavano nei pronto soccorso. Una situazione che ha visto sovraffollati l’Umberto I, il Gemelli, il Pertini, il Sant’Andrea, e il San Camillo soprattutto a causa dell’aumento dei contagi dell’influenza.
Il picco massimo previsto a gennaio
La situazione, però, non ha neanche raggiunto il suo picco massimo, perché la vera emergenza in relazione alla previsione dei contagi è prevista a gennaio. E tutto questo con la presenza del Covid che continua a far registrare casi positivi.
A rendere la situazione più complessa, il fatto che non esistono più i reparti Covid e quindi diventa arduo per il personale sanitario trovare posti dove ospitare i positivi.
Serve personale, subito
Anche gli studi medici e pediatrici sono presi d’assalto dall’utenza preoccupata. La situazione è tale da aver indotto il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Maggi, a sollecitare l’Asl perché velocizzi l’affidamento degli incarichi. In poco tempo ci dovrebbero essere in servizio almeno 100 sanitari in più”.