Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha inviato una lettera al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, chiedendo “una revisione delle tariffe del trasporto pubblico locale”. Le nuove tariffe dovrebbero entrare in vigore nel 2025. In pratica si tratta di aumentare il costo del biglietto dei mezzi pubblici della Capitale, portandolo a 2 euro.
La notizia ha immediatamente suscitato polemiche e una forte opposizione da parte di diverse forze politiche, tra cui il Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia. Le accuse principali ruotano attorno alla percezione di questa misura come “iniqua” e penalizzante per le fasce più deboli della popolazione, in un contesto in cui il trasporto pubblico di Roma continua a essere considerato inefficiente.
Le critiche sono arrivate in modo trasversale, con esponenti sia del M5S che di Fratelli d’Italia che hanno espresso il loro dissenso. “Siamo contrari, ancor di più in un momento storico in cui il potere d’acquisto delle famiglie continua a ridursi e, parallelamente, il livello dei servizi del trasporto pubblico è ben lontano dall’essere adeguato tra guasti e continui disservizi“, hanno dichiarato la capogruppo M5S Linda Meleo e il consigliere capitolino della Lista Civica Raggi, Antonio De Santis.
Questi sottolineano come l’aumento del biglietto colpisca soprattutto quelle categorie che non possono permettersi di acquistare abbonamenti annuali e che utilizzano i mezzi pubblici sporadicamente. “Chiediamo quindi con forza al sindaco di fermare questa misura iniqua”, hanno ribadito, evidenziando il contrasto tra l’aumento del prezzo dei biglietti e la gratuità degli abbonamenti per gli under 19, un provvedimento che grava già per 16 milioni di euro sul bilancio comunale.
Le critiche si estendono anche alla situazione generale della mobilità cittadina, con l’accusa che le recenti scelte politiche, tra cui l’espansione delle zone a traffico limitato e l’aumento delle tariffe per le strisce blu, stiano trasformando la cosiddetta “mobilità sostenibile” in un vero e proprio “incubo” per i cittadini. Federico Rocca, consigliere capitolino di Fratelli d’Italia, ha definito la proposta “inaccettabile”, puntando il dito contro l’inefficienza del trasporto pubblico e l’evasione del pagamento del biglietto, un fenomeno che, secondo lui, rappresenta una delle principali piaghe del sistema.
“Gualtieri piuttosto si preoccupi di combattere seriamente l’evasione”, ha dichiarato, sottolineando come in molte stazioni della metro sia possibile vedere persone che scavalcano i tornelli o che accedono da entrate secondarie. “Un aumento si può chiedere se si migliora un servizio, ma visto che a Roma peggiora di giorno in giorno, è inaccettabile e offensivo per i cittadini il solo pensiero di voler aumentare il costo del biglietto”.
Le parole di Rocca trovano eco anche nelle dichiarazioni della senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni, che ha espresso il suo disappunto definendo la proposta una “vessazione assolutamente inaccettabile”. La senatrice ha puntato il dito contro la pianificazione del sindaco Gualtieri, che, oltre all’aumento del costo del biglietto, sta portando avanti misure come l’espansione delle ZTL e il potenziamento delle restrizioni alla circolazione dei veicoli privati.
Secondo Mennuni, queste scelte limitano la libertà di circolazione dei cittadini e aggravano le già difficili condizioni di mobilità nella Capitale.
Anche Andrea De Priamo, senatore di Fratelli d’Italia, ha espresso preoccupazione per le conseguenze sociali dell’aumento proposto. “Con quale faccia si può andare nelle periferie della Capitale a dire a un residente, che con grande fatica raggiunge il proprio posto di lavoro, che il biglietto di autobus e metro aumenta?”, si chiede retoricamente il senatore, sottolineando come il trasporto pubblico rappresenti una risorsa fondamentale per molti cittadini che, quotidianamente, devono spostarsi verso il centro della città per motivi di lavoro o studio.
De Priamo, tuttavia, ha suggerito una possibile alternativa: “Come ha proposto l’assessore regionale Fabrizio Ghera, si potrebbe immaginare una differenziazione tra il costo per i residenti e quello per i turisti, che sarebbe sicuramente una misura più equa”.
Nel contesto di questa discussione, emergono dunque due temi principali: da un lato, l’inefficienza del trasporto pubblico romano, che secondo i critici non giustifica l’aumento delle tariffe; dall’altro, la questione dell’equità sociale, con l’accusa che la misura proposta andrebbe a gravare in modo sproporzionato sulle fasce più deboli della popolazione.
Quello che appare chiaro è che il fronte politico in Campidoglio, sia da sinistra che da destra, sembra compatto nel chiedere al sindaco Gualtieri di ritirare questa proposta. La sensazione diffusa è che, prima di pensare a un aumento delle tariffe, sia necessario intervenire per migliorare l’efficienza e la qualità del servizio pubblico, combattendo al contempo fenomeni come l’evasione e i continui disservizi che affliggono il sistema di trasporti di Roma. Il dibattito resta aperto, e la pressione sul sindaco cresce giorno dopo giorno.
“Una scelta dolorosa ma necessaria” l’aumento del costo del biglietto, ha dichiarato il Sindaco di Roma, Gualtieri. “Senza un aumento significativo dei fondi per il trasporto pubblico locale da parte del governo e di fronte al crescente aumento dei costi, senza un adeguamento delle tariffe saremmo costretti a ridurre drasticamente un servizio che invece andrebbe potenziato”, ha spiegato il primo cittadino di Roma.
Il Campidoglio ha proposto alla Regione Lazio un nuovo piano tariffario secondo il quale il biglietto singolo passerebbe da 1,50 a 2 euro; il giornaliero da 7 a 9,40 euro; il bigiornaliero da 12,50 a 16,70 euro; il trigiornaliero da 18 a 24 euro; e il settimanale da 24 a 32 euro. Non cambia il costo dell’abbonamento mensile fissato a 35 euro, mentre l’abbonamento annuale diminuirebbe da 250 a 240 euro.
Il nuovo piano tariffario prevede sconti per le categorie più deboli, come i disoccupati, i cittadini con reddito inferiore a 15.000 euro, gli over 70, e altre categorie penalizzate.
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