Prezzi fuori controllo nella Capitale. In questi mesi estivi, dove la città si riempie di turisti ed è popolata solo da pochi romani che non sono partiti per le vacanze, i prezzi nei bar, ristoranti e alberghi è salito alle stelle.
Come viene riportato dal quotidiano Il Messaggero in un articolo di Francesco Pacifico, per risalire all’origine del problema bisogna considerare molteplici fattori. Innanzitutto, il primo elemento da considerare è sicuramente la guerra in Ucraina e la crisi che essa ha comportato: sia per la crescita dell’energia dell’81,3% e del gas del 46%, sia per il rincaro delle materie prime come il grano. Inoltre, non si possono trascurare ancora gli effetti della crisi creati dal Covid-19, che hanno messo in ginocchio numerosi lavoratori, di cui 4mila locali tra Roma e Provincia. Infine, c’è il boom dei turisti che, dopo l’eliminazione della maggior parte delle restrizioni, sono ritornare a pullulare la città. Questo a volte spinge il settore turistico ad approfittarsene per far quadrare i conti.
A confermare il tutto è anche la testimonianza rilasciata da Claudio Pica, leader capitolino della Fiepet Confesercenti. “Certo che i prezzi sono aumentati: dall’inizio dell’anno quelli dei bar del 12 per cento e quelli dei ristoranti del 20. E secondo me sono saliti troppo poco rispetto a quanto noi titolari dei locali paghiamo in più per le materie prime e l’energia. L’unica voce fissa che non ha registrato rincari è stata quella del personale”.
“In media si spende al ristorante circa un euro in più per i piatti più semplici. Sui secondi, se parliamo della bistecca o di pesci più pregiati, siamo tra i 3 o i 5 euro. Il gelato è salito a 26 euro al chilo, mentre al bar sono pochi gli esercenti che resistono e mantengono il caffè a un euro. Le birre, per esempio anche quelle più commerciali, possono aver subito rincari anche del 15-20 per cento, un panino è in media tra i 4 e i 6 euro. Ma tutti questi aumenti, ripeto, seguono l’alzamento delle quotazioni delle materie prime”, continua Pica.
Segue il rincaro anche il mondo degli alberghi, dove i prezzi sono esorbitanti. Nella Capitale una camera in media costa 165 euro e questo, come sottolinea anche Roberto Necci, vicepresidente di Federalberghi, è dovuto all’aumento delle spese che il mondo alberghiero ha visto aumentare. “Una stanza costa tra il 20 e il 25% in più rispetto all’anno scorso. Però è tutto più caro: noi, per esempio, paghiamo il 18 per cento in più soltanto di lavanderia”.
Nonostante l’aumento dei prezzi è un effetto che colpisce tutta Roma, indubbiamente ci sono delle zone che lo manifestano maggiormente.
I maggiori rincari si sono registrati tra il I Municipio, come Monti, Prati, Trastevere e Testaccio, e zone come Ponte Milvio, Porta Pia e Piazza Bologna. Anche però le zone balneari come Ostia non restano immuni. Infatti, anche il caro-lettini fa discutere. Attualmente per affittare una sdraio si va dagli 8 euro in su, 12 per un lettino e 10 per un ombrellone, pertanto, una giornata al mare, se si opta per qualche comodità, ha una spesa minima di circa 10 euro.
Il susseguirsi di crisi economiche ha sicuramente influito sull’aumento dell’inflazione che a sua volta, come un effetto domino, ha portato un rincaro della vita. Tuttavia, Roma è sicuramente una delle città più colpite ma questa problematica si sta riscontrando su tutto il territorio nazionale.
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