Roma, bufala attentato su Whatsapp: madre e figlia dalla Polizia
La Procura indaga per procurato allarme, dopo l’intervento di Renzi madre e figlia si sono presentate volontariamente in Commissariato
Le ormai mitologiche figure della mamma di Anastasia e quella di Bea, o chi per loro, rischiano di passare molti guai con la giustizia. Dopo l'allarmismo creato da qualche buontempone, ma che senza giri di parole dovrebbe essere definito un cretino, che su Whtasapp ha fatto girare un audio nel quale la mamma di una ragazza, Bea, dialogava con la figlia in merito a un sicuro attentato programmato dall'Isis nel centro di Roma e nelle zone della movida, con obiettivo i ragazzi. In particolare la signora era sicura di quanto affermava, poiché in contatto con la madre di Anastasia, dipendente del ministero dell'Interno, la quale le aveva rivelato che la situazione a Roma era drammatica.
Ebbene, dopo l'intervento del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha condannato severamente il panico creato da quella che si è rivelata una bufala (aggiungiamo noi: fatta circolare da degli imbecilli), si muovono la magistratura e le Forze dell'Ordine. E' notizia di questi minuti che la procura di Roma si appresta ad aprire un'inchiesta per procurato allarme e nel frattempo pare che la Polizia sia molto vicina a identificare il "fenomeno" che ha messo in piedi questa cretineria.
AGGIORNAMENTO: madre e figlia si sono presentate alla Polizia per fornire la loro versione dei fatti. Sembra che la donna abbia rivelato di aver inventato la storia, al fine di convincere l'amica della figlia a non uscire. Questa telefonata sarebbe stata registrata a sua insaputa (da chiarire se dalla figlia o dalla sua amica) e poi fatta girare su Whatsapp, finendo per diventare un caso nazionale. Una volta venuta a sapere dell'accaduto e resasi conto del polverone che era scaturito, la donna ha deciso di recarsi alla Polizia per chiarire tutto.