In una partita con tanti cori de Roma protagonisti, dal ricordo di Giacomo Losi (con l’omaggio anche a Gigi Riva), alla sfida incrociata i panchina tra De Rossi e Ranieri, Roma-Cagliari è quasi una passeggiata di salute per la squadra giallorossa. Il 4-0 firmato Pellegrini, Dybala due volte e Huijsen proietta la Roma al quinto posto provvisorio, divertendo i 61.755 dell’Olimpico e trovando nuova linfa dagli elementi vecchi e nuovi.
De Rossi, con una settimana intera per lavorare al meglio e una rosa più allargata per gli innesti di Baldanzi e Angeliño, continua sull’idea della difesa a 4: esordio dal primo minuto di Angeliño sulla sinistra, Karsdorp sulla destra, mediana composta da Paredes, Cristante e Pellegrini, El Shaarawy e Dybala dietro Lukaku. Più che dietro spesso a fianco, perché soprattutto l’argentino parte molto più largo invitando spesso Karsdorp alla sovrapposizione.
Ma è dalla corsia di sinistra che nel primo quarto la Roma è irrefrenabile: la verticalizzazione per El Shaarawy che dopo trenta secondi porta al corner del vantaggio. Stessa trama ripetuta al quarto, mentre all’ottavo arriva il cross su cui Cristante prende il palo. Dall’inizio però è apparsa un’evidenza: la palla gira molto più velocemente. Complice una partita su binari subito favorevoli – e per forza di cose un Cagliari non attendista – il possesso palla giallorosso, 59% nel primo tempo, non è sterile. C’è il giro palla da sinistra a destra, ma poi si cerca la verticalizzazione, per El Shaarawy in profondità o per Lukaku spalle alla porta per fare da sponda. A fine partita la produzione è notevole: quattro gol, due annullati e un palo. Cominciano a vedersi i dettami di De Rossi ma non tutto è oro quel che luccica.
Se nel primo tempo c’è stata tanta brillantezza col pallone tra i piedi, questo non deve intestardire i giocatori nell’uscire necessariamente palla al piede anche sotto pressione. Se anche da questo punto di vista si vincono le partite, verso il finale di tempo due situazioni esasperate hanno portato a rischi non necessari, come ad esempio il rigore accordato al Cagliari e poi annullato per fallo di Lapadula su Llorente e non viceversa.
A malapena un giro di orologio e la Roma passa in vantaggio con una, dimenticata, specialità della casa come la palla inattiva, poi funzionata alla perfezione per il quarto gol. Se c’è stato un pizzico di fortuna nei vari rimpalli, la zampata è arrivata da Lorenzo Pellegrini. Il capitano giallorosso è alla terza rete in tre presenze con la Roma targata Daniele De Rossi, e probabilmente non è un caso. Al netto delle ipotizzate frizioni con Mourinho delle ultime settimane e pungolato da una parte della tifoseria, Pellegrini sembra aver ritrovato condizione fisica (più continuo anche nell’arco della partita) e centralità in mezzo al campo anche in fase di riconquista. Che sia aiutato da una posizione in campo più distante da quella di Dybala lo scopriremo nelle prossime settimane. Intanto i fischi si stanno tramutando lentamente in applausi, come dimostrato all’uscita dal campo per Bove.
Invece l’elemento più interessante della serata era il nuovo acquisto sulla fascia sinistra. Lanciato subito dal primo minuto, José Ángel Esmorís Tasende, noto come Angeliño, ha avuto un grande impatto nello scacchiere di De Rossi. Anche qui facilitato dall’andamento della partita, ma è stato da subito protagonista del primo quarto d’ora di furore sulla sinistra in collaborazione con El Shaarawy. Non ha spinto molto ma ha fatto viaggiare velocemente il pallone con diverse verticalizzazioni, mostrando un piede fino: all’ottavo è stato suo il cross con cui Cristante ha preso il palo, ma il classe ’97 ha pure battuto dei corner, responsabilizzato da coloro che di solito li battono come Pellegrini, Dybala e Paredes. Subito tanta fiducia per lo spagnolo che ha finito la benzina al 57’: comprensibile la mancanza di ritmo partita, visto che la sua ultima presenza è datata 12 dicembre. E gli applausi dell’Olimpico alla sua uscita dal campo sono la testimonianza di un esordio più che positivo. Incommentabile invece l’esordio di Baldanzi, che ha giocato gli ultimi 20 minuti al posto di Dybala.
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