“Vi spiego perché abbiamo scelto la funivia a Casalotti”. Inizia così un post dell’assessore capitolino alla Mobilità, Pietro Calabrese, dedicato alla funivia Casalotti – Boccea e al prolungamento della linea A.
“Nel 2003 – spiega Calabrese – con un emendamento privo di qualsiasi analisi trasportistica fu inserito nel Piano Regolatore il prolungamento della metro A fino a Casal Selce. Per anni, da allora, questo progetto non è stato mai portato avanti proprio perché assolutamente inconsistente dal punto di visto tecnico, economico e normativo.
Infatti, nel 2012, il progetto preliminare del prolungamento della metropolitana venne limitato alle uniche due fermate che avevano il fabbisogno trasportistico adeguato (Torrevecchia e Bembo). Mentre fino a Casalotti fu previsto proprio un impianto a fune. Superata Primavalle, la metropolitana non si riusciva a giustificare in nessun modo”.
“Sembra un rilievo di poco conto – spiega ancora l’assessore e vicesindaco – ma questa è la tipica dimostrazione del perché la Capitale non ha avuto lo sviluppo atteso da decenni.
La politica, infatti, interveniva senza alcun presupposto tecnico, di fatto vanificando qualsiasi realizzazione. Inutile ribadire quanto tutto ciò sia servito a tutto tranne che per le reali esigenze dei cittadini. Erano e sono rimaste sempre e solo chiacchiere”, scrive l’assessore ai Trasporti di Roma Capitale.
“Noi abbiamo invertito la rotta. Siamo già riusciti a ottenere i finanziamenti per opere importanti, non solo per il progetto della funivia a Casalotti”.
“Il ragionamento è semplice e lo ripeto – spiega ancora Calabrese – abbiamo scelto di fare la metropolitana dove serve realmente da decenni, optando per il tracciato Battistini-Bembo-Valle dei Fontanili-Millesimo, per arrivare fino alla stazione della FL3 di Monte Mario.
Questi sono quartieri con una densità abitativa elevata e continua, rispetto al tracciato della funivia fino a Casalotti, che invece serve aree con densità molto ridotta e discontinua”.
“Vogliamo un sistema integrato, dove la funivia è pensata proprio per lavorare in sinergia con la metropolitana, dove ogni infrastruttura svolge la funzione per cui è tecnicamente immaginata.
Ciò non toglie che, in futuro, qualora vi fossero presupposti adeguati, primo fra tutti un fabbisogno trasportistico idoneo a giustificare un finanziamento, non si possa realizzare una diramazione della Linea A al posto della funivia.
Per questo è ancora più valida una scelta impiantistica che consenta uno smontaggio e rimontaggio in altri territori. Questa possibilità è già prevista dallo scenario tendenziale del Pums, che potrà essere attuato non prima di 10 anni. Lo abbiamo sempre detto, non è una novità. La funivia, con la sua estrema versatilità, permette proprio questo”, conclude l’assessore al Trasporto Calabrese.
(Com/Zap/ Dire)
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