Roma capitale è città più maschile o femminile?
La città eterna nasconde una vocazione al femminile già dal nome che sembra derivare dal termine “Mammella”
Quando si pensa a Roma vengono in mente subito personaggi maschili come i gladiatori, gli imperatori, i pontefici, gli artisti. Eppure la città eterna nasconde una vocazione al femminile già dal nome che, secondo una delle tante tesi sul significato etimologico, sembra derivare da Ruma ( latino arcaico e ertrusco) ovvero seno, mammella.
I romani del resto si accorsero subito che, per diventare una grande città, Roma avesse bisogno dell'apporto ed il sostegno delle donne. E anche se la toponomastica riserva solo seicento strade dedicate alle donne contro le ottomila riservate agli uomini, ci pensano i monumenti, le piazze ed i vicoli a nobilitare la figura femminile di questa meravigliosa città.
Ma a Roma si sono però perpetrate anche tante azioni violente nei confronti delle donne, come quella accaduta ad una nobildonna del '500 Beatrice Cenci (la vergine romana) che fu fatta oggetto di molestie sessuali da parte del padre, violento già con gli altri figli e la moglie e che riservò per Beatrice la macchia indelebile dell'incesto.
La ragazza non resse alla vergogna e uccise il padre con la complicità del resto della famiglia. Dal processo che ne segui', la figura del padre venne rivalutata, mentre lei fu decapitata davanti a tutta la nobiltà romana dell'epoca, che rimase colpita dalla crudele ingiustizia. Ma si tratto' di un processo farsa pilotato dal papato, al quale facevano gola le ricchezze della famiglia …
Ora la tradizione vuole che nel giorno dell'anniversario della morte, anzi dell'assassinio di Beatrice Cenci, una figura di donna passeggi sul ponte Sant'Angelo con la propria testa sotto il braccio e che, nella sua vecchia casa, Palazzo Cenci, aleggi il suo fantasma.
Nei secoli a venire però Roma si è sempre più vestita di rosa, mettendo la donna al centro di tutte le forme d'arte, ma soprattutto offrendosi come culla di una appena nata lotta per l'emancipazione, con la quale otterrà il riconoscimento degli spazi meritati e dovuti.
Ora si assiste ad un inversione di tendenza e sono gli uomini,spesso, a subire nei confronti delle donne, anche nel rapporto d'amore. Un uomo abbandonato da una donna vive un dolore inaspettato, devastante, che gli toglie ogni energia e che lo pone in una situazione di disagio sociale tale da cadere nella più grigia depressione. Ma Roma è grande e può essere miracolosamente terapeutica, basta solo saper osservare e, attraverso la lettura della sua storia si può recuperare l'equilibrio interiore, necessario per rinascere.
E anche se l'assenza dell'altro (o dell'altra) ci distoglierà dai piaceri di Roma, lei stessa ci ridarà il respiro, con le giuste atmosfere che sa creare e con i colori dei suoi tramonti, ricavati da una magica tavolozza. Un nutrimento costante che rianimerà lo spirito. Roma non è ne' femminile ne' maschile… e' ambigua come gli angeli del Caravaggio…ma soprattutto è eterna.