Roma, Casa del Jazz Pollock Project presenta il nuovo lavoro
Se nei primi tre album si seguiva un percorso in nome del visionario e dell’art-jazz ora quella matrice sembra inglobata in uno stile musicale unico e trasversale
Sabato 13 maggio, alla Casa del Jazz di Roma, Pollock Project che presenta il nuovo cd “Speak Slowly Please!”. Sul palco: Marco Testoni, tastiere, percussioni, handpan, Elisabetta Antonini voce, loop elettronici,Simone Salza,sassofoni, clarinetto e Mats Hedberg chitarra.Speak Slowly Please! è il disco che segna la svolta jazztronica dei Pollock Project.
Se nei primi tre album si seguiva un percorso in nome del visionario e dell’art-jazz ora quella matrice sembra inglobata in uno stile musicale unico e trasversale che è ormai divenuto un preciso marchio di fabbrica del gruppo. Un mix imprevedibile ed evocativo di jazz contemporaneo, musica elettronica ed arti visuali che si muove liberamente fra classico e modernità.Come da tradizione Il titolo dell’album è programmatico: Speak slowly please! Un ironico invito ad una chiara immediatezza di linguaggio che sappia essere esprimere contenuti musicalmente e culturalmente profondi.
Un album che già dalla prima traccia L As In A Gift , una canzone scritta da Marco Testoni con il testo della cantautrice irlandese Kay McCarthy, mostra una discontinuità con le produzioni precedenti uscendo dalla consueta musica strumentale per inoltrarsi nel terreno della songwriting.Un disco all’insegna del numero 4: quarto album e quattro musicisti perché Pollock Project è divenuto ora un quartetto. A fianco, infatti, al suo ideatore Marco Testoni (tastiere, percussioni, handpan.
Premio Colonne Sonore 2014 e Premio Roma Videoclip 2016 Compositore dell’anno), Elisabetta Antonini (voce, loop elettronici. Top Jazz 2014 – Miglior Nuovo Talento) e a Simone Salza (sassofoni e clarinetto. Interprete dei principali autori italiani di musica per cinema come Ennio Morricone e Nicola Piovani) si aggiunge il chitarrista svedese Mats Hedberg.
Fra le tracce dell’album, oltre ai brani inediti, alcuni dei più noti pezzi dei primi due album, Pollock Project e Quixote, qui riarrangiati in linea con la nuova formazione e il nuovo corso dell’ensemble: Unnecessary, Julio et Carol e Pe No Chao.Non poteva mancare a la rilettura di due pezzi strumentali riscoperti nella loro profonda novità: lo standard So What di Miles Davis e Watermelon in Easter Hay di Frank Zappa un brano incredibilmente lirico e poetico, tanto differente rispetto alla produzione del grande musicista americano. Due brani solo apparentemente lontani fra di loro, in realtà accomunati dalla straordinaria ed imprevedibile trasversalità dei suoi autori
Casa del Jazz: viale di Porta Ardeatina, 55