Manca poco al suono della campanella per il rientro a scuola e le prospettive non promettono molto bene. Infatti, a settembre si ritorna in classe, ma quest’anno non tutte le aule saranno provviste di un professore.
Come annuncia il segretario regionale Uil Scuola, Saverio Pantuso, anche nel caso in cui si riuscissero a coprire 6mila posti, rimarrebbero comunque numerose classi coperte soltanto da supplenze.
In tutto il territorio della regione Lazio si contano 66mila presenze che, tuttavia, non bastano a gestire i circa 800mila studenti, tra gli istituti per l’infanzia e le scuole superiori. Per questo motivo, per sopperire a questa problematica il Lazio, con l’ausilio del ministero dell’Economia, ha finanziato circa 10mila assunzioni. Ciononostante, nella Capitale 4 mila posti rimangono ugualmente vacanti, poiché non sembrano esserci candidati sufficienti.
Inoltre, alla carenza di candidature si aggiungono i concorsi in fase di completamento. Tra questi, battezzati come “lumaca”, c’è anche quello che coinvolge più di 600 insegnanti di matematica, i quali da più di un anno attendono la fine della selezione.
“Non si è riusciti a formare le commissioni per svolgere l’esame orale. Ogni commissione deve comporsi di tre professori di matematica e scienze, ma di questi docenti ce ne sono pochi e sono mal pagati, nessuno accetta l’incarico”, ha sottolineato Alessandro Tatarella, segretario regionale scuola Cgil.
Questa situazione è preoccupante, soprattutto, giacché a essa subentra la problematica delle classi sovraffollate, soprannominante in un articolo del Corriere della Sera come “classi pollaio”. Insieme alla situazione pandemica, che ancora non permette di fare previsioni per settembre, probabilmente come afferma Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi Roma, impedirà ad alcune scuole la didattica in presenza, dunque, saranno costrette a ricorrere a quella a distanza.
Infine, dulcis in fundo, alla cronica mancanza di insegnanti e alle classi pollaio si aggiunge l’assenza di presidi. “Nonostante il concorso rimarranno scoperte circa 40 presidenze”, per cui nel 5% delle scuole del Lazio il preside dovrà fare la spola tra un istituto e l’altro. Per di più, i posti vacanti “non possono essere assegnati neanche ai vincitori di concorso, perché sono di dirigenti con altri incarichi al ministero o nei sindacati”.
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