Roma. Cinghiali uccisi, piazza del Popolo piena per gridare basta mattanze
Cittadini e associazioni, tutti insieme per chiedere l’abolizione del Protocollo “ammazza cinghiali”
E’ trascorsa una settimana dalle uccisioni di un cinghiale femmina e dei suoi cuccioli nella città di Roma. Un episodio cruento che ha suscitato la reazione indignata dei cittadini contro le istituzioni, Comune e Regione. Il tempo che passa fa scemare inevitabilmente l’attenzione sui fatti che la meritano, tanto più quando i soggetti sono delle creature inermi come gli animali. Ma quei cinghiali uccisi senza una vera causa non sono stati dimenticati dai romani.
“Una piazza del Popolo piena oggi, a distanza di una settimana dall’ uccisioni di mamma cinghiale e dei suoi cuccioli, per chiedere giustizia e l’immediata sospensione del protocollo ‘ammazza cinghiali’. Anche l’Enpa, Ente Nazionale Protezione Animali è sceso in piazza insieme a tantissime altre associazioni animaliste e ambientaliste.
Abolire il protocollo ‘ammazza cinghiali’
Tutti insieme, anche i cittadini hanno voluto far sentire la propria voce per chiedere uniti, l’abolizione del Protocollo d’Intesa ‘ammazza cinghiali’ e per richiamare le istituzioni alle proprie responsabilità“.
Così in una nota l’Enpa, secondo cui “è necessaria una gestione della fauna selvatica accurata, basata su azioni di civiltà e non su barbare uccisioni e nel pieno rispetto della legge nazionale 157 del 92 che obbliga all’applicazione dei metodi ecologici e di ogni soluzione non cruenta, queste ultime fallimentari ed inutili ma a cui, purtroppo, si ricorre puntualmente.
Cinghiali uccisi da negligenza, indifferenza, politiche sbagliate
L’atto orribile della scorsa settimana poteva essere evitato se solo si fosse provveduto ad attuare le misure preventive sollecitate tante volte negli anni dalle associazioni animaliste.
Negligenza, indifferenza, politiche sbagliate pro attività venatoria, mancata applicazione delle misure ecologiche preventive necessarie perpetrate negli anni hanno creato le condizioni attuali di una ‘convivenza stretta’ tra uomo e fauna selvatica nei luoghi urbani.
Non è giusto ora che a farne le spese siano ancora una volta gli innocenti, i più deboli, gli indifesi. Non tollereremo questa gestione fallimentare. E’ tempo che le istituzioni si prendano le proprie responsabilità. Noi continueremo ad offrire soluzioni concrete ed eticamente accettabili”.
(Com/Enu/ Dire)