E’ stato un colpo duro quello subito dal narcotraffico a opera della Polizia di Stato nella città di Roma. Un coltello puntato alla gola e poi offese, molestie, danneggiamenti fino ad arrivare ad un incendio all’auto della vittima che ha coinvolto anche altre quattro auto parcheggiate. Questo lo spunto investigativo da cui è partita l’indagine del commissariato di Torpignattara di Roma, culminata nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari nei confronti di 7 persone accusate a vario titolo di traffico di droga.
Le persone coinvolte avevano imbastito un sistema di collaborazione molto vicino ad una stabile organizzazione. Secondo gli investigatori, uno degli organizzatori dei traffici, è un romano di 26 anni, raggiunto da ordine di arresto nel carcere Romano di Regina coeli.
Il ragazzo, insieme agli altri indagati, stava per riversare sulle strade della capitale circa 20mila dosi di cocaina ed eroina. Ad accendere i riflettori sulla vicenda la denuncia e le dichiarazioni di una ragazza che il 6 dicembre del 2018 aveva subito la distruzione della sua auto, incendiata in strada.
La giovane che lavorava come barista nella discoteca Qube nel quartiere Portonaccio, era la compagna del 26enne. “L’indagato – secondo quanto scrive il gip Nicolò Marino nell’ordinanza di custodia cautelare – risulta aver posto in essere in danno della sua ex compagna numerose e reiterate condotte illecite che vanno dalle minacce alle offese alle molestie ai danneggiamenti.
Condotte che, come ricostruito, traggono la loro origine dalla decisione della donna di non tollerare il sistema di vita dell’indagato e nel sospetto che la stessa avesse reso dichiarazioni accusatorie in suo danno in un precedente procedimento penale”.
Una rissa all’interno della discoteca Qube avvenuta il 25 ottobre del 2018. Un episodio che insieme ad altri, tra cui il tentativo di un uomo di investire due buttafuori, indusse le autorità a chiudere per un determinato periodo la discoteca in zona Portonaccio.
In quell’occasione il 26enne venne indagato per “rapina aggravata e lesioni ai danni di un giovane aggredito nella discoteca, malmenato ed insultato per finalità omofobiche”.
L’uomo, scrive il Gip: “Aveva messo in atto dei veri e propri comportamenti persecutori nei confronti della giovane barista. Sussiste l’elemento materiale del delitto di stalking posto che l’abitualità della condotta dell’indagato è risultata avere l’unico fine di molestare, intimidire, minacciare e terrorizzare la ex compagna, tanto da determinare in lei un effetto destabilizzante e provocare alla giovane donna dei continui attacchi di panico.
Atteggiamenti sfociati con l’incendio dell’autovettura così da dimostrare alla giovane di essere costantemente controllata”. Proprio la denuncia della giovane ha permesso agli investigatori della Polizia di accendere il faro sui soggetti poi risultati coinvolti nel narcotraffico. (Ago/ Dire)
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