Roma, continua la paralisi dell’assemblea
Revocata la seduta del consiglio, tra il malcontento dell’opposizione e della maggioranza
Dopo la cancellazione della riunione prevista per lo scorso 15 ottobre, anche oggi, ancora una volta, è saltata la convocazione del Consiglio comunale. E si prevede stallo anche per giovedì prossimo.
Se si fa eccezione per lo scorso 17 ottobre, giornata in cui si è svolta la seduta di commemorazione del rastrellamento degli ebrei romani avvenuto nel 1943, il calendario dei lavori della giunta capitolina resta totalmente fermo.
Contro la paralisi dell’Assemblea capitolina, non solo le forze di opposizione, ma anche la stessa maggioranza.
È stato infatti Mirko Coratti (Pd), presidente dell’Aula, a decidere di non convocare la seduta per non spendere soldi inutili, dal momento che non c’è nessuna proposta da varare o discutere. La scorsa settimana aveva anche commentato ironicamente che tra poco bisognerà sospendere gli stipendi, che di questo passo saranno del tutto immeritati.
A Repubblica, lo stesso Coratti aveva dichiarato che “dopo 100 giorni la fase di rodaggio è finita. E l'inesperienza è un'attenuante che non può più essere invocata. Ora è venuto il tempo di affrontare i problemi di tutti i giorni con una programmazione chiara sui trasporti, la piccola e media impresa, i servizi sociali, le aziende partecipate e l'urbanistica”.
Anche Gianluca Peciola (Sel) ha manifestato il suo malcontento: “La giunta è pigra e non produce atti. Bisogna svegliarla dal suo sonnecchiamento”.
Alessandro Onorato, che alle scorse elezioni si è presentato con la lista Marchini, ha dichiarato di essere intenzionato a scrivere al prefetto. “E’ inaccettabile – ha commentato – che in oltre 4 mesi l’Assemblea capitolina si sia riunita appena 10 volte. Se non si calcolano l’insediamento e le cerimonie ufficiali, le sedute per deliberare si contano sulle dita di una mano”.
Dall’insediamento della nuova giunta ad oggi, infatti, sono state approvate poco più di 15 delibere.
Dal canto loro, l’ex sindaco Alemanno e il suo ex vice Sveva Belviso, parlano di una vera e propria “emergenza istituzionale”.
Riteniamo che sia giusto revocare le sedute se non c’è nulla da discutere, soprattutto in un momento in cui le casse languono e il consiglio costa.
Ma, ci chiediamo, è possibile che in una città come Roma, che ha bisogno di interventi mirati ed urgenti, non ci sia nulla da discutere e approvare?
Non ci era stata presentata, questa città, alle scorse elezioni, come un inferno che nemmeno Dante avrebbe saputo immaginare?