Roma. Corteo Ordini professionali, chiedono reintegro minimi tariffari
“Chiediamo al Governo l’introduzione di una normativa sul giusto compenso per la qualità delle prestazioni e il diritto/dovere a una formazione qualificata di alto livello”
Sono avvocati, ingegneri, architetti, commercialisti, veterinari, notai…130 Ordini territoriali di svariate professioni. Hanno sfilato questa mattina per le vie del Centro di Roma. Un corteo a cui hanno partecipato professionisti provenienti da un estremo all'altro del Bel Paese.
Mauro Vaglio, presidente dell'Ordine degli avvocati della Capitale, ha dichiarato all'Ansa le ragioni della manifestazione: "Il 55% dei colleghi ha un reddito lordo di 20.000 euro all'anno, pertanto il destino di parte dei professionisti è di vivere al di sotto della soglia di povertà.
E con compensi per prestazioni estremamente bassi – continua Vaglio – non è possibile garantire al cliente un servizio di qualità e mantenere uno studio in cui esercitare l'attività". "Chiediamo al mondo politico – conclude il presidente dell'Ordine degli avvocati di Roma – la reintroduzione per legge dei minimi tariffari".
Gli fa eco Giovanni Lazzari, presidente dell'Ordine degli architetti di Messina, ente che ha aderito all'iniziativa odierna: "Occorre unire le voci dei professionisti per chiedere al Governo l'introduzione di una normativa sul giusto compenso per la qualità delle prestazioni e il diritto/dovere a una formazione qualificata di alto livello".
"Sono trascorsi oltre 10 anni dal famigerato decreto Bersani – tuona l'architetto Lazzari – che abolì i minimi tariffari in nome dell'Europa e per la competitività del mercato. La legge Monti, poi, ha completato il disegno abolendo del tutto le tariffe".
Il rappresentante legale dell'Ordine degli architetti di Messina ha infine passato in rassegna "i guasti prodotti da Bersani e Monti: perdita di ogni dignità professionale, perdita della qualità del lavoro, incertezza dei pagamenti se non addirittura elusione di essi da parte dei committenti, incremento vertiginoso dei contenziosi".