Roma, crollo appartamento al Flaminio. Le condanne in primo grado
Al processo di primo grado, per il crollo dell’appartamento nel quartiere Flaminio di Roma, sono state emesse le prime condanne
Furono 30 le famiglie di Roma coinvolte nel crollo dell’appartamento al civico 70 del lungotevere Flaminio. La sentenza di primo grado emette le prime condanne: due anni a M. C. che si era presentato come architetto sebbene non lo fosse; due anni anche al proprietario della casa da ristrutturare al penultimo piano del condominio sopra il teatro Olimpico. Proprio l’appartamento dove sette anni fa si è verificato il cedimento dei tramezzi all’origine del crollo.
Condannati a un anno P. F., titolare della ditta esecutrice dei lavori, e il progettista R. M.
Crollo appartamento al Flaminio: il reato contestato
Il reato contestato agli imputati, oggi condannati, per il crollo è: crollo colposo.
Il giudice ha concesso le attenuanti generiche, ma allo stesso tempo li ha condannati a pagare 400 mila euro di risarcimento danni nei confronti dei condòmini che si sono costi tutti parte civile.
100 mila euro di indennizzo anche all’associazione “Grande magia” del mago e avvocato Remo Pannian, che in seguito al crollo, non ha potuto organizzare quell’anno il tradizionale spettacolo di magia per bambini.
Appartamento crollato: cosa accadde nel 2016
Fu solamente grazie al proverbiale colpo di fortuna che la notte del 22 gennaio 2016 non ci fu una vera tragedia. È passata da poco la mezzanotte e dall’appartamento al penultimo piano del quartiere Flaminio provengono strani scricchiolii.
La casa sta subendo delle ristrutturazioni quindi l’inquilina decide di chiamare i vigili del fuoco.
I vigili, entrando, capiscono subito la gravità della situazione: infatti fanno appena in tempo a evacuare il palazzo che i tramezzi del salone si sbriciolano. Il neo proprietario, in un primo momento fu indagato ma quasi subito scagionato.
Durante le indagini emergono le false professioni degli imputati e le irregolarità Primo fra tutti colui che si presenta come architetto, senza esserlo. L’intervento prevede la creazione di un open space nel salone con l’abbattimento dei tramezzi. Lavoro che dovrebbe seguire una serie di tempistiche per evitare cedimenti. Ma i protocolli non sarebbero stati rispettati, questa la causa del crollo.